Attualmente gli esperti felinofili tendono, per la maggior parte, a fissare una suddivisione per classi delle razze di gatti tale da permettere al proprietario una scelta caratteriale tipologicamente adeguata alle proprie esigenze. I criteri valutativi variano ed evidenziano le caratteristiche feline più evidenti. Nel classificare questa specie felina, si tiene in considerazione oltre all’elemento caratteriale (iperattivo o calmo), anche l’aspetto comportamentale (socievole e amante della compagnia). I punti di vista dei felinofili sono in parte controversi circa la questione delle razze e dei caratteri, poiché la specie in questione si crede sia il risultato di una selezione operata per mano dell’uomo e non genetica. E’ evidente come la peculiarità caratteriale del Siamese, il suo vociferare continuo, si adatti ad un padrone amante della compagnia ed a persone sole ed anziane. L’esemplare Skogkatt, dai modi raffinati ed allo stesso tempo grossolani, è amato da persone a cui piace stare in contatto con la natura.Il gatto tende normalmente a scegliere all’interno della famiglia la propria preferenza verso un particolare individuo. Negli allevamenti non è affatto un avvenimento eccezionale notare un gattino accostare il suo futuro padrone, un sentimento ed una complicità del tutto istintiva che denota la possibilità in natura di stabilire rapporti di coppia eccellenti. Grazie al suo intuito il gatto capta i pensieri del proprio padrone, cogliendo le possibili analogie. Inoltre, può accadere che il piccolo felino imponga la propria autorità trasportando il padrone nel proprio mondo.Raffinato nei modi e pacato, il gatto di razza pura con tanto di pedigree, con un nome singolare e squillante, si afferma ed è esibito agli allori insieme ad altri esemplari vincenti, nutrendo la stima del proprio padrone. Inoltre il gatto di razza, oltre a valorizzare il prestigio economico di chi lo possiede, ha la fortuna di dimorare tra le mura domestiche, godendo di protezione, considerazione e cura del mantello, della sua salute ed alimentazione. Relegato ed onorato sul trono, il gatto sa però farsi rispettare a differenza del cane. Il suo istinto libero lo porta a riparare in un mondo tutto suo che gli permette comunque di tenere le distanze dall’uomo senza suscitare alcun risentimento.Il gatto comune è l’individuo più noto e conosciuto. Si pensi che in Francia solo il 2-3%, pari a circa 200 mila esemplari, è di razza. Tra essi citiamo il Persiano, il Siamese, … Il gatto comune, pur imponendosi per numero tra la popolazione felina, non riceve adeguatamente le dovute attenzioni e cure dall’uomo, anzi al contrario non le riceve affatto. Non si dimentichino le numerose difficoltà che ha dovuto affrontare nell’arco dei secoli fino ad oggi.La sua libertà lo porta, rispetto ai gatti di razza, a delle rinunce. Infatti i suoi proprietari non sono così apprensivi quando non rincasano e tantomeno non ricercano gli ultimi ritrovati scientifici relativi all’alimentazione ed alla salute.Il gatto comune non riscuote alcun prestigio economico, non lo si acquista, non lo si dona o semplicemente lo si lascia andare; non ci si stupisca se sceglie egli stesso con chi stare. Non avendo alcun valore economico, non sono normalmente sottoposti a vaccinazioni, a castrazione nel maschio o sterilizzazione nella femmina, e tantomeno sottoposti a riconoscimento a mezzo di tatuaggi.Contrariamente alle aspettative, questo esemplare comune scatena nel proprio padrone un amore smisurato. Rinunciare ad averlo in casa non è semplice. In lui si ama lo spirito indipendente, la sua capacità a procacciarsi il cibo, il suo essere genuino ed energico, il fatto di essere un esemplare del tutto singolare, non riscontrandogli alcune analogie con i suoi simili. E’ notoriamente conosciuto per la sua semplicità sia fisica che morale.
domenica 31 gennaio 2010
Utilità del gatto
L’uomo ed il gatto si scambiano aiuto vicendevolmente. L’uomo utilizza il gatto per liberarsi dai roditori, nelle cantine, nei granai e nelle stive delle navi. I viaggi tra continenti determinano una mappa geografica di diffusione del gatto ed incentivano diffusione delle razze. Nel Codice di leggi del Galles del X secolo, età e capacità predatoria attribuivano un valore all’animale. Nel Medio Evo prese il posto di donnole e civette. Il gatto tigrato era ben visto perché considerato un eccellente cacciatore. I monaci nutrivano scarsamente i gatti affinché fossero maggiormente efficaci nella caccia dei topi presenti nelle dispense. Il surmolotto o ratto delle chiaviche prese il suo posto dagli inizi del 1700 e nel XIX secolo non venne più utilizzato per lo sterminio dei topi.
Non si conosce nulla sulla storia della domesticazione del gatto. L’incertezza tra Persia o Egitto è giustificata dal rinvenimento di fossili in due differenti luoghi: a Gerico e ad Harappà, nella valle dell’Indo. Il periodo in cui è avvenuta la domesticazione, si fa risalire a 4 mila anni fa. In Egitto, in seguito all’aumento della produzione agricola lungo le rive del Nilo, si ebbe un incremento di roditori che determinò l’avvicinamento dei gatti alle abitazioni. Questo suo integrarsi con l’uomo, probabilmente ne segna l’inizio che è del resto testimoniata dai geroglifici di El Licht nelle case Egizie. Affascinò i personaggi di maggior rango, funzionari e regnati. Il vederlo raffigurato sdraiato sotto la sedia del suo padrone nelle tombe private, ne attesta una certa familiarità con l’uomo. Inoltre fa la sua apparizione anche nei papiri e lo si rappresenta intento a cacciare uccelli acquatici. Più in la, imbarcato sulle navi dei colonizzatori, sbarcò in India verso il 500 a.C. e nei vari paei dell’Oriente, giungendo in Giappone nel 999. Dai Romani fu introdotto nella Russia meridionale e nell’Europa settentrionale cento anni dopo la nascita di Cristo, periodo in cui fu conosciuto anche in Norvegia. Nelle Americhe fu introdotto da alcuni Gesuiti francesi che lo portarono nel Quebec nel 1500, e nel 1620 fu imbarcato sul Mayflower diretto in America. Dopo l’oscurantismo medioevale, il gatto iniziò ad alimentare sentimenti alti. Daniel Defoe, ci informa che nel 1630 in Inghilterra già dimorava nelle case. Così fecero i turchi circa un secolo dopo. In tutta l’Europa, sotto il regno di Luigi XIV e Luigi XV, molte dame della nobiltà lo consideravano un valido compagno. Quanto Cartesio espresse il pensiero dell’animale-macchina, molti intellettuali dissentirono trovandolo inappropriato. Solo in seguito il gatto fu riapprezzato. Grandi scrittori hanno decantato il proprio amore per il gatto come anche noti politici, da Richelieu a Churchill fino a Clinton. Affabile e disponibile con tutti, conserva comunque la propria indipendenza selvatica.
Non si conosce nulla sulla storia della domesticazione del gatto. L’incertezza tra Persia o Egitto è giustificata dal rinvenimento di fossili in due differenti luoghi: a Gerico e ad Harappà, nella valle dell’Indo. Il periodo in cui è avvenuta la domesticazione, si fa risalire a 4 mila anni fa. In Egitto, in seguito all’aumento della produzione agricola lungo le rive del Nilo, si ebbe un incremento di roditori che determinò l’avvicinamento dei gatti alle abitazioni. Questo suo integrarsi con l’uomo, probabilmente ne segna l’inizio che è del resto testimoniata dai geroglifici di El Licht nelle case Egizie. Affascinò i personaggi di maggior rango, funzionari e regnati. Il vederlo raffigurato sdraiato sotto la sedia del suo padrone nelle tombe private, ne attesta una certa familiarità con l’uomo. Inoltre fa la sua apparizione anche nei papiri e lo si rappresenta intento a cacciare uccelli acquatici. Più in la, imbarcato sulle navi dei colonizzatori, sbarcò in India verso il 500 a.C. e nei vari paei dell’Oriente, giungendo in Giappone nel 999. Dai Romani fu introdotto nella Russia meridionale e nell’Europa settentrionale cento anni dopo la nascita di Cristo, periodo in cui fu conosciuto anche in Norvegia. Nelle Americhe fu introdotto da alcuni Gesuiti francesi che lo portarono nel Quebec nel 1500, e nel 1620 fu imbarcato sul Mayflower diretto in America. Dopo l’oscurantismo medioevale, il gatto iniziò ad alimentare sentimenti alti. Daniel Defoe, ci informa che nel 1630 in Inghilterra già dimorava nelle case. Così fecero i turchi circa un secolo dopo. In tutta l’Europa, sotto il regno di Luigi XIV e Luigi XV, molte dame della nobiltà lo consideravano un valido compagno. Quanto Cartesio espresse il pensiero dell’animale-macchina, molti intellettuali dissentirono trovandolo inappropriato. Solo in seguito il gatto fu riapprezzato. Grandi scrittori hanno decantato il proprio amore per il gatto come anche noti politici, da Richelieu a Churchill fino a Clinton. Affabile e disponibile con tutti, conserva comunque la propria indipendenza selvatica.
Vaccinazioni
E’ auspicabile che i proprietari responsabili del benessere dei loro gatti, li sottopongano a vaccinazione. Ultimamente, con l’aumento dei vaccini, determinate malattie sono state debellate. Tuttavia, pur aumentando il numero dei soggetti vaccinati, in Francia i gatti non ne sono sottoposti o vengono trascurati rispetto ai cani. La mortalità, causata da malattie molto diffuse, o da altre che mettono comunque a repentaglio la vita dell’animale, vengono sconfitte attraverso la vaccinazione. Tra i vaccini correntemente in uso, alcuni sono estremamente importanti, altri, invece, è bene che si facciano comunque, ed altrettanti sono consigliati in specifiche situazioni. Attualmente, non esiste un vaccino valido che curi indistintamente ogni malattia nei Felini. Lo zoonosi (antropozoonosi), è una patologia che colpisce tanto l’uomo quanto l’animale. Le affezioni più importanti che possono essere trasmesse vicendevolmente sono: la rabbia, la toxoplasmosi, la tubercolosi e la classica malattia dovuta al graffio del gatto. La rabbia è stata quasi del tutto debellata grazie alla vaccinazione obbligatoria, effettuata in particolari situazioni.Informazioni sui vaccini.La risposta dell’organismo a un corpo estraneo viene definita immunologia o immunitaria. L’organismo crea una barriera a sua difesa, tramite i linfociti, o globuli bianchi, in risposta a ciascun antigene. I linfociti hanno ruoli ben definiti: i B-linfociti, formano gli anticorpi per distruggere l’agente o più agenti infettivi; i T-linfociti, distruggono le cellule malate. Una volta che il linfocita è stato già in contatto con l’elemento estraneo, lo riconosce prontamente, e lo debella prima che possa moltiplicarsi e favorire la malattia, in particolar modo se è un agente patogeno. Pertanto, l’organismo dell’animale è nella maggior parte dei casi protetto. Età e vaccinazioni.La capacità di dare una risposta immunitaria valida (immunocompetenza), nei cuccioli, si raggiunge nella seconda o terza settimana di vita. Di norma, i Gattini possono essere vaccinati anche dopo i quindici giorni di vita, ma si corre il rischio che le somministrazioni non risultino efficaci per via dell’azione immunitaria trasmessa dalla madre. Con il passare degli anni, il numero degli anticorpi nei gatti anziani diminuisce, e il sistema immunitario ne risente. E’ bene, dunque, che il gatto anziano sia sottoposto a vaccini di richiamo. Vaccinazione per i gatti.Generalmente, si sconsiglia vivamente la vaccinazione a gatti che non godono di ottima salute, o che presentano dei parassiti, o sotto cura immunodepressiva. Di norma, i gatti dovrebbero essere sottoposti ad un trattamento parassitario, prima che si intervenga con la vaccinazione. Anche per le mamme in gestazione la vaccinazione è controindicata, poiché potrebbe causare malformazioni fetali. I gatti a cui è permesso di avere contatto con l’ambiente esterno, possono facilmente esposti a malattie tramite l’esposizione ai suoi simili, o a luoghi contaminati. In questi casi, la vaccinazione si rende indispensabile. E’ bene che anche un gatto che viva esclusivamente tra le mura domestiche, venga vaccinato, poiché può contrarre comunque le infezioni attraverso l’introduzione nell’organismo di agenti contaminanti, o di animali infetti, o da ospedalizzazione. Alcune infezioni del gatto, ancora in fase asintomatica, possono essere contratte da animali sani. Senza un’analisi specifica, non è possibile diagnosticare l’affezione, e il gatto sarà un portatore sano. Gli animali infettati da riniti e da clamidiosi, in fase di guarigione possono ancora trasmettere l’agente patogeno responsabile della malattia. Altre hanno un processo di sviluppo più graduale. Una volta che l’animale è vaccinato, il veterinario registra il tipo e la via di somministrazione del vaccino, la data e il numero di lotto dello stesso nel libretto del gatto. Nei carnivori, circa il 95% degli antigeni materni è dato alla prole attraverso il colostro. Già alla prima poppata, i Gattini ricevono l’eredità immunologia, o immunità passiva della madre, poiché in questa fase il piccolo non produce di suo gli anticorpi. La permeabilità della parete intestinale permette agli anticorpi, già nei primi due giorni di vita, di entrare nell’apparato circolatorio. Il numero di anticorpi nel sangue regredisce gradualmente fino a scomparire, ed è nullo mediamente intorno all’età di due mesi e mezzo. Oltre a variare da un esemplare all’altro, è influenzato dalla concentrazione di anticorpi nel latte materno, e dal numero dei cuccioli. Tuttavia, questi stessi anticorpi possono interferire con le vaccinazioni precoci, che sommandosi agli antigeni del vaccino, ne precludono l’immunizzazione. Il periodo più pericoloso, per via della sua vulnerabilità alle infezioni dopo la scomparsa dell’immunità passiva, coincide per i cuccioli con l’esposizione a virus particolari, quali ad esempio la panleucopenia felina. Per evitare questo inconveniente, è opportuno iniziare le vaccinazioni all’età di sei settimane e ripeterle ogni due, fino a quando essi non raggiungono le dodici o le quattordici settimane di vita. Questo trattamento va effettuato nei gattili in cui sono state accertate le malattie, contrariamente per i cuccioli che vivono in casa è sconsigliato.
TIPI DI VACCINI
Esistono due tipi di vaccini, quelli cosiddetti “tradizionali”, e quelli più recenti. I tradizionali comprendono vaccini inattivati (spenti) e attenuati (vivi). I primi utilizzano agenti batterici o virali trattati con calore, o prodotti chimici. Nel formulare un nuovo vaccino, è opportuno crearne dapprima uno spento, poiché l’agente patogeno è ancora virulento (ad esempio vaccino antirabbico). Nei secondi, l’agente viene alterato e reso non virulento, ma ha in sé comunque la capacità di riprodursi. L’animale, trattato con vaccini vivi, fornisce una valida risposta immunitaria.
CICLO VACCINALE
Il veterinario può stabilire un ciclo vaccinale che rispetti le necessità di ciascun soggetto, stile di vita, età e habitat. E’ consigliabile vaccinare il gatto non appena finisce l’immunità passiva; a tal fine si rendono indispensabili due serie di trattamenti (inoculazioni): la prima viene somministrata intorno all’ottava settimana di vita, la seconda serie fra la dodicesima e la quattordicesima.La legge francese impone che per l’antirabbica i Gattini devono essere vaccinati a partire dal terzo mese di età. Ai gatti vaccinati va fatto periodicamente il richiamo, affinché possano mantenere una immunità durature ed efficiente.
VACCINAZIONI OBBLIGATORIE
La rabbia è una forma di encefalomielite causata da un virus comune a tutti i Mammiferi, uomo compreso; è tra le zoonosi più pericolose, ed è fatale. Il periodo di incubazione dura mediamente trenta giorni dopo che si manifestano i sintomi di neuropatia. La morte sopraggiunge tra i tre e i sei giorni. Essendo una malattia altamente contagiosa, la vaccinazione è sottoposta a normativa. Sono a rischio maggiormente i gatti randagi, anche se il rischio di infezione, almeno in Francia, è notevolmente sceso negli ultimi tempi. I gatti provenienti da altri Paesi devono essere obbligatoriamente vaccinati, così come i soggetti in transito da strutture infette entro i confini francesi. La vaccinazione si rende inoltre obbligatoria se il gatto deve concorrere a una mostra felina, o se il gatto deve essere portato in un campeggio. I cuccioli non possono avere accesso alle aree in cui è obbligatoria la vaccinazione, fino al compimento di un mese dalla stessa.
VACCINAZIONI CONSIGLIATE
Attualmente, la maggior parte dei gatti è protetta contro la rabbia, la panleucopenia, la rinotracheite virale, e la leucemia. La panleucopenia felina o tifo, è stata in passato una malattia che ha sterminato molti gatti. Fortunatamente, oggi è estremamente rara nelle aree urbane, grazie all’immunoprofilassi. I vaccini disponibili in Francia sono vivi. Si sconsiglia la vaccinazione alle fattrici nella fase finale della gestazione, e nei cuccioli di età inferiore al primo mese di vita. La rinotracheite felina virale (FVR) è una malattia infettiva responsabile dell’immunodeficienza dei gatti. I primi sintomi si avvertono due anni dopo la contrazione della malattia. La sindrome da immunodeficienza felina (AIDS felino o FIV), si manifesta a partire dagli otto ai dieci anni dopo aver contratto l’infezione. La sintomatologia, per entrambe le affezioni, è generalizzata. Si possono inoltre verificare perdita di peso, febbre, inappetenza e varie infezioni localizzate. Si dispone, però, solo del vaccino per la leucemia causata dal virus FeLV. Tuttavia, la vaccinazione è indicata solo per i gatti che ne sono a rischio, anche se è efficace unicamente nei soggetti FeLV negativi. La clamidiosi è un’affezione batterica che provoca la congiuntivite, seguita da frequente secrezione nasale e tosse. A volte si verifica che il batterio agisca contemporaneamente al virus della rinotracheite, aggravandola. I gatti apparentemente guariti sono dei portatori sani per lunghi periodi di tempo. La peritonite felina infettiva (FIP) è una infezione virale, che colpisce l’addome, ingrossandolo. In Francia si dispone di un vaccino autorizzato. L’efficacia dell’inoculazione è valida, per cui è stato approvato negli Stati Uniti ed in altri Paesi europei, ma non ancora in Francia.
Le pulci e l eliminazione delle pulci
Le pulci del gatto (Ctenocephalides felis) si nutrono di una svariata gamma di mammiferi, compreso l’uomo, ed erbivori. Numerosi gatti sono insensibili ai morsi delle pulci, mentre in alcuni si manifesta una reazione allergica con la comparsa di una dermatite miliare, caratterizzata da pustole e rossore e dall’aspetto ruvido sulla parte posteriore del collo, che causa immenso prurito. Ne deriva una perdita di pelo sull’addome, cosce, fianchi e coda. Inoltre, le pulci causano malattie e sono portatrici di alcuni parassiti intestinali, quali cestoidi e quelli che determinano la malattia da graffio del gatto. Studi biologici degli ultimi anni hanno consegnato una conoscenza parziale riguardo alla loro esistenza, si rende opportuno approfondire la materia per evitare l’insorgere di tali infestazioni. Molti pregiudizi vedono le pulci adulte del gatto fermarsi sul loro ospite soltanto il tempo necessario per nutrirsi. In verità, solo un esiguo numero di pulci cambia l’animale, pertanto, il rischio di contaminare gli altri, si rivela in qualsiasi circostanza, nullo. Questi parassiti adulti hanno un ciclo riproduttivo altissimo, mediamente ogni femmina produce, al giorno, persino 50 uova, dall’aspetto ovoidale e bianche, della lunghezza di 0,5 mm.; esse non rimangono sull’animale, ma in circostanze favorevoli di umidità e temperatura, si aprono dopo qualche tempo, manifestandosi in larve, e non veri e propri parassiti, dalla forma vermicolare allungata di diversi millimetri. Queste ultime si cibano di residui organici dell’ambiente che le circonda, in particolare delle feci delle pulci adulte; prediligono ambienti umidi e zone buie. Dopo un periodo di fase larvale, che può aggirarsi da qualche giorno a un mese, il processo metamorfico avanza e ciascuna larva si racchiude in un bozzolo, fino a divenire a breve una pulce adulta. Quando si presentano le condizioni favorevoli, vanno alla ricerca di un ospite, o altrimenti restano nel bozzolo, fino a che esso non si rende disponile. Finanche restano nel bozzolo, non sono particolarmente sensibili agli insetticidi. A tal fine, è bene ricordare che le pulci adulte sono dei parassiti allo stato immaturo, che vivono liberamente nell’ambiente. In media, la loro vita si aggira intorno alle tre settimane. Il pericolo maggiore non è dato dalle pulci che già sono ospiti dell’animale, ma da quelle fuoriuscite di recente.
L ELIMINAZIONE
Per arginare il problema, è opportuno eseguire un trattamento anti-pulci sul corpo dell’animale, e sull’ambiente circostante, che consiste nell’uso di prodotti capaci di sterminarle immediatamente, e dall’azione durevole. Tale procedura deve essere tempestiva, poiché le pulci vanno distrutte prima che abbiano cominciato a succhiare il sangue (normalmente dopo pochi minuti di vita) e, in particolar modo, prima che si riproducano ed inizino a depositare le uova ( entro un giorno di vita). I prodotti insetticidi, quali trinoidi, fipronil o amidacloprid, agiscono immediatamente e hanno un’azione a lungo termine. L’uso topico di questi prodotti è particolarmente indicato sui gatti, ed essi vanno applicati in quantità modica tra le scapole; in tal modo, la loro azione si diffonderà sulla restante parte del corpo nell’arco di un giorno. Tale trattamento durerà per circa un mese. I classici collari anti-pulci hanno un effetto parzialmente protettivo, perché non sono preventivi. E’ necessario identificare e garantire che anche i luoghi siano disinfettati, ed in particolare, gli animali con cui il gatto è entrato in contatto. Prescrizioni adottate nelle aree abitate, forniscono un insetticida e un regolatore di crescita che interrompe il ciclo di sviluppo delle pulci. L’impiego della fumigazione permette la disinfestazione di vaste zone. E’ opportuno, comunque, agire contemporaneamente con insetticidi spray, per esporre a tale trattamento anche le aree più difficoltose a raggiungersi. Il lefenuron è un inibitore della crescita degli insetti, somministrato o oralmente una volta al mese, o ogni sei mesi. Questo prodotto entra subito in circolo, inibendone la crescita e non permettendo alle uova di schiudersi e, dunque, evitando il diffondersi delle pulci nell’ambiente. Inoltre, tra i vantaggi che presenta questo insetticida, c’è l’effetto secondario di controllare le pulci nell’ambiente, anche se viene somministrato solo al gatto infestato da pulci adulte.
La vita del gatto
Mediamente la vita del gatto si aggira intorno ai 10 anni, anche se può raggiungere i 15-20 anni. Alla nascita il suo peso è di circa 100 grammi ma può arrivare anche a pesare nell’età adulta tra i 2 ed i 7 chili. La sua è una vita in cui i giochi, le pulizie, sonni e pranzi si alternano. Molto amato dall’uomo, il suo istinto lo porta ad essere un predatore, atteggiamento questo che si mostra anche nel gioco.La gatta partorisce in media dopo un periodo di gestazione che varia tra i 63 ed i 68 giorni, da uno a dieci Gattini il cui peso dipende da diversi fattori.
il sesso, normalmente il peso della femmina è inferiore a quello del maschio;
la razza, un gatto di razza grande sarà alla nascita più pesante rispetto ad un soggetto di razza piccola;
se il numero dei cuccioli è superiore a 5, questo comporterà un peso inferiore;
la dieta della gatta durante la gestazione, se si rivelasse incompleta o poco equilibrata, determinerebbe un nutrimento inadeguato dei feti con conseguente calo del peso e pericolo di malformazioni.Per liberarsi dalla placenta, la madre lecca il gattino con una certa continuità. Questo trattamento stimola e desta il cucciolo e si protrae per diverso tempo dopo il parto. Il primo movimento che il piccolo esegue consiste nella ricerca delle mammelle della madre, facilitato dal fatto che la madre si stende di lato per agevolarne la presa. Il colostro (primo latte) materno assunto nelle prime ore, è per aspetto e costituzione differente da quello del latte oltre a contenerne altri elementi. Inoltre presenta anticorpi che il cucciolo è in grado di assimilare nelle prime 16 ore di vita e che lo proteggono dai germi durante la prima settimana. Il latte materno lo riceverà dopo qualche giorno dal parto ed è anch’esso ricco di anticorpi. Alla nascita il piccolo non è in grado di termoregolare la propria temperatura corporea, ma spetta alla madre mantenere calda la cucciolata. Nei cuccioli, la temperatura anale raggiunge in media i 37° fino ad aumentare gradualmente sino ad arrivare ai 38-38,5° all’incirca nei primi due mesi di vita. E’ perciò opportuno mantenere l’ambiente ad una temperatura preferibilmente di 33° nella prima settimana, per poi scendere a 30° e successivamente a 28° nella quarta e 26° nelle successive settimane.Quando un gatto ha libero accesso all’esterno, il suo istinto predatorio, anche se si tratta di un gatto domestico , non si esaurisce, ma decide di mangiare o meno le prede cacciate quando ha un’altra fonte di alimentazione. Per natura, sono attirati da tutto ciò che si muove intorno a loro. Nel caso in cui il gatto si nutra esclusivamente di topi, dovrà mangiarne necessariamente, tra gli otto e i dieci al giorno, per arrivare ad avere un’adeguata alimentazione. Si pensi che cacciare non è poi così semplice e immediato. Tuttavia, il gatto possiede degli ottimi strumenti a suo vantaggio: un olfatto fine, le vibrisse che può orientare a suo piacimento, una vista eccezionale, artigli appuntiti e un’agilità nei movimenti. Gli artigli del gatto sono caratterizzati da una crescita incessante nell’arco della loro vita, da forma lievemente circolare, dalla loro posizione verticale e dall’essere retrattili ed appuntiti. La capacità degli artigli a ritrarsi, comporta numerose conseguenze; intanto permette loro di spostarsi senza far il minimo rumore, agevolati in questo dai cuscinetti plantari, dopodiché consente al gatto di manifestare appieno il suo istinto predatore. La forma consente loro di penetrare facilmente le prede o eventuali nemici. Quando il gatto colpisce con gli artigli, provoca vere e proprie lesioni, persino nei momenti ludici. Nel momento in cui si decide di tagliare i suoi artigli, bisognerà utilizzare un tagliaunghie efficiente, tenendo l’estremità della zampa e facendo pressione in maniera delicata sull’ultima falange, per poi passare a tagliare l’artiglio ponendo il tagliaunghie in senso contrario rispetto al normale utilizzo dell’uomo, per evitare che si schiacci. Nell’artiglio si evidenziano due parti, l’una, rosata, vicino all’attaccatura del dito, e l’altra, chiara, verso l’estremità. Si taglierà quest’ultima evitando con cura di non ledere quella rosata della radice, contenente i vasi sanguigni. Ogni zampa posteriore possiede quattro artigli, mentre le anteriori ne possiedono cinque ciascuna; il quinto artiglio è posto sullo sperone, che corrisponde al nostro pollice. Quest’ultimo artiglio, se non viene tagliato, può incarnire e lacerare la cute. Normalmente, i gatti limano i loro artigli sugli alberi o su delle barre verticali, per far sì che lo strato dell’unghia in superficie cada e si rinnovi, agevolando così lo strato sottostante all’artiglio a restare efficiente. Alcuni gatti riescono a tagliarseli da soli. L’altra arma naturale di cui dispongono è rappresentata dai denti, in particolare dai canini. I loro denti afferrano, smembrano, fino a ridurre a pezzettini le loro prede, ma sono meno adatti a masticare il cibo che spesso viene ingerito intero. Raramente si possono incontrare dei gatti capaci di nuotare. Il loro rifiuto all’acqua si manifesta persino nell’atto del bere. Si crede che siano originari del deserto e che siano moderati nel bere, del resto la loro urina è molto concentrata. Quando il gatto mangia voracemente una preda, pur assumendo acqua, non mostra alcun desiderio nel farlo, così come quando i gatti mangiano cibo in scatola non amano affatto bere, contrariamente a quelli allevati con alimenti secchi che la devono spontaneamente. In media ne ingeriscono piccole dosi, 10-20 volte al giorno, e che questa sia pulita e sufficiente. E’ verosimile che le crocchette favorirebbero l’insorgere di particolari malattie, l’importante è assicurare al gatto acqua in abbondanza per permettergli una corretta funzionalità renale. In media il 50% dei gatti domestici è sterilizzato. La sterilizzazione non causa particolari problemi, se non quelli di aumentarne l’appetito, e conseguentemente diminuirne i loro bisogni energetici. Per cui è opportuno che essi ricevano quantità di cibo in misura ridotta, o che abbiano perlomeno un basso livello calorico, tale da evitare l’insorgere dell’obesità. Si può comunque abituare il gatto ad assumere, almeno una o due settimane prima, una minor quantità di cibo, prima che si pratichi la sterilizzazione, per favorire ancor prima l’adattamento alla sua nuova condizione. La vita media del gatto sterilizzato si aggira intorno ai dieci anni, tuttavia, vi sono gatti che hanno raggiunto il record dei trenta anni d’età. Il maschio, intero, vive in media cinque anni, mentre la femmina sei. Questa maggiore mortalità si spiega con la diversa qualità della vita, poiché quelli interi vagabondano, per cui sono soggetti ad essere investiti o a contrarre malattie varie. Basti pensare che i gatti non castrati, appena sono a contatto con l’ambiente esterno, incontrano i loro simili per riprodursi o per lottare, per far sì che il loro territorio aumenti. Questi contatti così ravvicinati facilitano il contagio delle malattie e aumentano la mortalità. Tuttavia, l’anzianità felina è in crescente aumento, indice di un’alimentazione qualitativamente migliore, di un crescendo di vaccinazioni e di una più vigile attenzione sanitaria.Il numero della popolazione felina anziana è in aumento. In Francia si aggira intorno agli 8,2 milioni di gatti, oltre il 30% ha un’età maggiore agli otto anni e l’11% della restante ne ha più di undici. Invecchiare è naturale ed inevitabile, e nell’animale, come del resto per l’uomo, si traduce in staticità, perdita di agilità, sonnolenza, inappetenza, deficit immunitario, una maggiore esposizione a disturbi cardiaci, etc. I gatti di età compresa tra i sei e i dieci anni sono i più obesi, mentre quelli più anziani sono tendenzialmente magri. L’obesità favorisce l’insorgere di patologie, quali il diabete e malattie della cute. Tuttavia, se un gatto è malnutrito, oltre al calo del peso, è soggetto alla perdita di massa muscolare, e ad indebolimento del sistema immunitario a causa di un apporto proteico insufficiente. L’inappetenza in un soggetto anziano, favorisce l’aumento progressivo dei problemi legati alla cavità orale, come gengiviti, ulcere o tumori, e la conseguente diminuzione delle capacità digestive. Si rende necessario, dunque, superati i dieci anni di età, un attento controllo qualitativo e quantitativo degli alimenti e un apporto adeguato d’acqua, poiché con l’età il gatto tenderà a berne quantità inferiori e sarà più sottoposto a disidratazione. Le malattie che hanno una maggiore incidenza nel gatto anziano si manifestano con insufficienza renale progressiva. Il gatto anziano va tenuto sotto stretto controllo veterinario, in modo che si eviti l’insorgere di un’eventuale malattia, intervenendo con la prescrizione di cure adeguate cui sottoporlo. E’ auspicabile che i soggetti che hanno già superato il dodicesimo anno di età, siano sottoposti a controlli semestrali; è comunque opportuno che i gatti siano sottoposti almeno a due controlli veterinari annui.
il sesso, normalmente il peso della femmina è inferiore a quello del maschio;
la razza, un gatto di razza grande sarà alla nascita più pesante rispetto ad un soggetto di razza piccola;
se il numero dei cuccioli è superiore a 5, questo comporterà un peso inferiore;
la dieta della gatta durante la gestazione, se si rivelasse incompleta o poco equilibrata, determinerebbe un nutrimento inadeguato dei feti con conseguente calo del peso e pericolo di malformazioni.Per liberarsi dalla placenta, la madre lecca il gattino con una certa continuità. Questo trattamento stimola e desta il cucciolo e si protrae per diverso tempo dopo il parto. Il primo movimento che il piccolo esegue consiste nella ricerca delle mammelle della madre, facilitato dal fatto che la madre si stende di lato per agevolarne la presa. Il colostro (primo latte) materno assunto nelle prime ore, è per aspetto e costituzione differente da quello del latte oltre a contenerne altri elementi. Inoltre presenta anticorpi che il cucciolo è in grado di assimilare nelle prime 16 ore di vita e che lo proteggono dai germi durante la prima settimana. Il latte materno lo riceverà dopo qualche giorno dal parto ed è anch’esso ricco di anticorpi. Alla nascita il piccolo non è in grado di termoregolare la propria temperatura corporea, ma spetta alla madre mantenere calda la cucciolata. Nei cuccioli, la temperatura anale raggiunge in media i 37° fino ad aumentare gradualmente sino ad arrivare ai 38-38,5° all’incirca nei primi due mesi di vita. E’ perciò opportuno mantenere l’ambiente ad una temperatura preferibilmente di 33° nella prima settimana, per poi scendere a 30° e successivamente a 28° nella quarta e 26° nelle successive settimane.Quando un gatto ha libero accesso all’esterno, il suo istinto predatorio, anche se si tratta di un gatto domestico , non si esaurisce, ma decide di mangiare o meno le prede cacciate quando ha un’altra fonte di alimentazione. Per natura, sono attirati da tutto ciò che si muove intorno a loro. Nel caso in cui il gatto si nutra esclusivamente di topi, dovrà mangiarne necessariamente, tra gli otto e i dieci al giorno, per arrivare ad avere un’adeguata alimentazione. Si pensi che cacciare non è poi così semplice e immediato. Tuttavia, il gatto possiede degli ottimi strumenti a suo vantaggio: un olfatto fine, le vibrisse che può orientare a suo piacimento, una vista eccezionale, artigli appuntiti e un’agilità nei movimenti. Gli artigli del gatto sono caratterizzati da una crescita incessante nell’arco della loro vita, da forma lievemente circolare, dalla loro posizione verticale e dall’essere retrattili ed appuntiti. La capacità degli artigli a ritrarsi, comporta numerose conseguenze; intanto permette loro di spostarsi senza far il minimo rumore, agevolati in questo dai cuscinetti plantari, dopodiché consente al gatto di manifestare appieno il suo istinto predatore. La forma consente loro di penetrare facilmente le prede o eventuali nemici. Quando il gatto colpisce con gli artigli, provoca vere e proprie lesioni, persino nei momenti ludici. Nel momento in cui si decide di tagliare i suoi artigli, bisognerà utilizzare un tagliaunghie efficiente, tenendo l’estremità della zampa e facendo pressione in maniera delicata sull’ultima falange, per poi passare a tagliare l’artiglio ponendo il tagliaunghie in senso contrario rispetto al normale utilizzo dell’uomo, per evitare che si schiacci. Nell’artiglio si evidenziano due parti, l’una, rosata, vicino all’attaccatura del dito, e l’altra, chiara, verso l’estremità. Si taglierà quest’ultima evitando con cura di non ledere quella rosata della radice, contenente i vasi sanguigni. Ogni zampa posteriore possiede quattro artigli, mentre le anteriori ne possiedono cinque ciascuna; il quinto artiglio è posto sullo sperone, che corrisponde al nostro pollice. Quest’ultimo artiglio, se non viene tagliato, può incarnire e lacerare la cute. Normalmente, i gatti limano i loro artigli sugli alberi o su delle barre verticali, per far sì che lo strato dell’unghia in superficie cada e si rinnovi, agevolando così lo strato sottostante all’artiglio a restare efficiente. Alcuni gatti riescono a tagliarseli da soli. L’altra arma naturale di cui dispongono è rappresentata dai denti, in particolare dai canini. I loro denti afferrano, smembrano, fino a ridurre a pezzettini le loro prede, ma sono meno adatti a masticare il cibo che spesso viene ingerito intero. Raramente si possono incontrare dei gatti capaci di nuotare. Il loro rifiuto all’acqua si manifesta persino nell’atto del bere. Si crede che siano originari del deserto e che siano moderati nel bere, del resto la loro urina è molto concentrata. Quando il gatto mangia voracemente una preda, pur assumendo acqua, non mostra alcun desiderio nel farlo, così come quando i gatti mangiano cibo in scatola non amano affatto bere, contrariamente a quelli allevati con alimenti secchi che la devono spontaneamente. In media ne ingeriscono piccole dosi, 10-20 volte al giorno, e che questa sia pulita e sufficiente. E’ verosimile che le crocchette favorirebbero l’insorgere di particolari malattie, l’importante è assicurare al gatto acqua in abbondanza per permettergli una corretta funzionalità renale. In media il 50% dei gatti domestici è sterilizzato. La sterilizzazione non causa particolari problemi, se non quelli di aumentarne l’appetito, e conseguentemente diminuirne i loro bisogni energetici. Per cui è opportuno che essi ricevano quantità di cibo in misura ridotta, o che abbiano perlomeno un basso livello calorico, tale da evitare l’insorgere dell’obesità. Si può comunque abituare il gatto ad assumere, almeno una o due settimane prima, una minor quantità di cibo, prima che si pratichi la sterilizzazione, per favorire ancor prima l’adattamento alla sua nuova condizione. La vita media del gatto sterilizzato si aggira intorno ai dieci anni, tuttavia, vi sono gatti che hanno raggiunto il record dei trenta anni d’età. Il maschio, intero, vive in media cinque anni, mentre la femmina sei. Questa maggiore mortalità si spiega con la diversa qualità della vita, poiché quelli interi vagabondano, per cui sono soggetti ad essere investiti o a contrarre malattie varie. Basti pensare che i gatti non castrati, appena sono a contatto con l’ambiente esterno, incontrano i loro simili per riprodursi o per lottare, per far sì che il loro territorio aumenti. Questi contatti così ravvicinati facilitano il contagio delle malattie e aumentano la mortalità. Tuttavia, l’anzianità felina è in crescente aumento, indice di un’alimentazione qualitativamente migliore, di un crescendo di vaccinazioni e di una più vigile attenzione sanitaria.Il numero della popolazione felina anziana è in aumento. In Francia si aggira intorno agli 8,2 milioni di gatti, oltre il 30% ha un’età maggiore agli otto anni e l’11% della restante ne ha più di undici. Invecchiare è naturale ed inevitabile, e nell’animale, come del resto per l’uomo, si traduce in staticità, perdita di agilità, sonnolenza, inappetenza, deficit immunitario, una maggiore esposizione a disturbi cardiaci, etc. I gatti di età compresa tra i sei e i dieci anni sono i più obesi, mentre quelli più anziani sono tendenzialmente magri. L’obesità favorisce l’insorgere di patologie, quali il diabete e malattie della cute. Tuttavia, se un gatto è malnutrito, oltre al calo del peso, è soggetto alla perdita di massa muscolare, e ad indebolimento del sistema immunitario a causa di un apporto proteico insufficiente. L’inappetenza in un soggetto anziano, favorisce l’aumento progressivo dei problemi legati alla cavità orale, come gengiviti, ulcere o tumori, e la conseguente diminuzione delle capacità digestive. Si rende necessario, dunque, superati i dieci anni di età, un attento controllo qualitativo e quantitativo degli alimenti e un apporto adeguato d’acqua, poiché con l’età il gatto tenderà a berne quantità inferiori e sarà più sottoposto a disidratazione. Le malattie che hanno una maggiore incidenza nel gatto anziano si manifestano con insufficienza renale progressiva. Il gatto anziano va tenuto sotto stretto controllo veterinario, in modo che si eviti l’insorgere di un’eventuale malattia, intervenendo con la prescrizione di cure adeguate cui sottoporlo. E’ auspicabile che i soggetti che hanno già superato il dodicesimo anno di età, siano sottoposti a controlli semestrali; è comunque opportuno che i gatti siano sottoposti almeno a due controlli veterinari annui.
Il carattere e l educazione del gatto
Nonostante le sue doti di autonomia e indipendenza, l’educazione gli va insegnata sin dai primi mesi di vita quando il gattino già mostra eccellenti segnali di apprendimento. E’ tuttavia possibile intervenire soltanto inculcandogli delle sequenze di atteggiamenti innati, potenziandole, e modificando a nostro piacimento i suoi comportamenti. Del resto alcuni artisti circensi con i gatti lavorano proprio in questo senso, ne identificano i comportamenti interessanti, li rinforzano e li fanno esibire per mostrare le loro capacità. Non bisogna dimenticare, comunque che a differenza di quanto si fa col cane, attirarlo con degli alimenti non sempre si rivela efficace, poiché dipende dalla volontà del gatto a fare o meno una cosa. Certamente sono più vincenti il legame affettivo verso il proprio padrone e il piacere del gioco. E’ dunque attraverso la motivazione, come sostengono alcuni studiosi di neurofisiologia, che il gatto dimostra le sue grandi doti di apprendimento.
L EDUCAZIONE
Studi recenti sul comportamento felino, hanno evidenziato che lo sviluppo psicomotorio nel gattino, come per l’uomo, avviene durante la gestazione. Alcuni ricercatori hanno affermato che la socievolezza nei confronti dell’uomo può essere una peculiarità caratteriale ereditata dal padre. Il momento più importante del processo dell’apprendimento comportamentale si attua nella fase che va dalla nascita al sesto mese di vita. Successivamente è possibile intervenire anche se influirà molto il temperamento del gatto e le qualità pedagogiche del padrone. Il comportamento del piccolo all’interno della cucciolata si può riassumere in tre punti:
il periodo dell’apprendimento;
il ruolo della madre, che influirà soprattutto nelle primissime fasi dello sviluppo;
la socializzazione, che inciderà moltissimo sul comportamento dell’animale adulto.Quella che viene definita socializzazione intraspecifica, altro non è che la realizzazione dei comportamenti sociali della razza felina, da attuarsi preferibilmente intorno alla seconda settimana di vita e da completarsi verso l’ottava, e dalla cui qualità dipenderà la natura e l’affezione che si instaurerà tra l’animale e il padrone. In questa fase è necessario fornire degli stimoli al gatto arricchendo il suo ambiente, per accelerare e migliorare il suo sviluppo. Si può plasmare il suo carattere lasciando che si abitui anche alle carezze degli estranei, rivelandosi in età adulta un gatto dal buon temperamento con tutti e non troppo legato al suo padrone, o al contrario farlo accarezzare da non più di due persone, e in questo caso si affezionerà ad un unico padrone. Inoltre è indispensabile che il gatto familiarizzi sin da piccolo con i suoi simili per evitare problemi futuri. L’educazione alla pulizia e alla alimentazione, sono connaturali, anche se l’insegnamento materno è essenziale. Già intorno alla quindicesima settimana di età, il gattino è capace di pulirsi, e nella terza settimana di utilizzare la cassetta porta lettiera, e nutrirsi degli stessi alimenti della madre, mutuando da essa le preferenze alimentari. Infine è necessario abituarlo ad assumere anche l’acqua, ed alimentarlo con cibi svariati per impedire che si abitui ad un unico alimento.
il periodo dell’apprendimento;
il ruolo della madre, che influirà soprattutto nelle primissime fasi dello sviluppo;
la socializzazione, che inciderà moltissimo sul comportamento dell’animale adulto.Quella che viene definita socializzazione intraspecifica, altro non è che la realizzazione dei comportamenti sociali della razza felina, da attuarsi preferibilmente intorno alla seconda settimana di vita e da completarsi verso l’ottava, e dalla cui qualità dipenderà la natura e l’affezione che si instaurerà tra l’animale e il padrone. In questa fase è necessario fornire degli stimoli al gatto arricchendo il suo ambiente, per accelerare e migliorare il suo sviluppo. Si può plasmare il suo carattere lasciando che si abitui anche alle carezze degli estranei, rivelandosi in età adulta un gatto dal buon temperamento con tutti e non troppo legato al suo padrone, o al contrario farlo accarezzare da non più di due persone, e in questo caso si affezionerà ad un unico padrone. Inoltre è indispensabile che il gatto familiarizzi sin da piccolo con i suoi simili per evitare problemi futuri. L’educazione alla pulizia e alla alimentazione, sono connaturali, anche se l’insegnamento materno è essenziale. Già intorno alla quindicesima settimana di età, il gattino è capace di pulirsi, e nella terza settimana di utilizzare la cassetta porta lettiera, e nutrirsi degli stessi alimenti della madre, mutuando da essa le preferenze alimentari. Infine è necessario abituarlo ad assumere anche l’acqua, ed alimentarlo con cibi svariati per impedire che si abitui ad un unico alimento.
Il gatto e i bambini
Per via delle convinzioni preconcette, sul pericolo che correrebbero bambini ed anziani in presenza del gatto, li si è privati di conoscere e condividere la gioia che potrebbe donargli. Si è portati a credere che siano due le cause che possono giustificare il fascino che un neonato può destare in un gatto, in particolar modo quando di trova dentro la culla: la presenza del latte nei rigurgiti che in qualche maniera lo attirerebbe e, il fatto che il piccolo dorma molto e che sia sempre al calduccio. Nei primi mesi di vita del bambino, bisognerebbe evitare che il gatto entri nella stanza del bambino, e che non associ la carenza delle cure e attenzioni prestategli con l’arrivo del neonato. Ciononostante, è essenziale che il piccolo interagisca con l’animale intorno al quinto mese di vita, sempre che il gatto acconsenta. I problemi potrebbero iniziare quando il bambino inizia a fare i primi passi e diventa particolarmente aggressivo, specialmente nei confronti dell’animale, circostanza che si può evitare sorvegliando attentamente entrambi. E’ necessario inoltre insegnare al bambino il rispetto verso l’animale. Del resto il gatto è propenso a far entrare il bambino in contatto con l’ambiente circostante, attraverso la stimolazione cinestesica. Le grida dei piccoli possono però spaventare il gatto, il cui carattere indipendente lo porta a relazionarsi più o meno precocemente, compromettendone le qualità delle loro interazioni future. Questo spiega il motivo per cui il bambino in seguito, preferisce di giocare non col proprio gatto, ma con altri gatti. Il bambino a qualsiasi età, apprende in fretta a plasmare i propri atteggiamenti quando si trova in presenza dell’animale, ne rispetta i desideri, impara ad essere paziente, ed ai più piccoli insegna a dominare i propri gesti e a misurare i propri vocalizzi, trovando in lui un ottimo compagno che lo inserisce tra gli adulti, attraverso l’esperienza ludica.
Rapporto tra uomo e gatto
Il gatto, presenza dolce e accattivante nelle case, ha sostituito il cane nel cuore degli uomini. E’ ospite ideale e gradito, dolce e rassicurante, per l’uomo di questo millennio, afflitto dalla fretta e dallo stress. Contrariamente ai cliché convenzionali, che lo vedono esclusivamente animale da compagnia di alcuni individui che amano la solitudine, i gatti vivono in vere e proprie famiglie numerose. Oltre il 50% dei proprietari di case monofamiliari lo posseggono, mentre la percentuale dimezza tra quanti vivono in appartamento. La convivenza fra gatto e uomo resta ancora uno scambio di reciproci servizi, ma il suo ruolo di cacciatore di topi passa in secondo piano, sostituito dall’amore che l’uomo nutre per il felino e per gli animali in generale. Si pensi che più dell’80% dei gatti vive tra gli agricoltori nelle aree rurali, ma è accolto anche da altre categorie di lavoratori, nelle aree urbane. Nonostante i gatti frequentino ancora pochissimo gli ambulatori veterinari, l’attenzione per la sua salute in Europa e negli Stati Uniti, è in netta crescita., ed è aumentato di conseguenza il numero dei veterinari che vogliono acquisire una competenza specifica riguardo lo studio e la cura dei Felini, creando delle apposite cliniche. L’interesse per il gatto è inoltre testimoniato dalle riviste scientifiche a lui dedicate. Il legame affettivo che lo lega all’uomo, che si credeva impossibile in passato, si evidenzia nell’attribuirgli una posizione simile a quella del cane, da sempre fedele compagno dell’uomo, e visto al primo posto come esemplare da addomesticare compiutamente. La domesticazione del gatto del resto, non si sa quando potrà ritenersi compiuta, poiché implica il monitoraggio della riproduzione dei randagi estremamente difficoltosa ad attuarsi
L igiene del gatto
Per mantenere il più a lungo possibile pulita la cassetta porta-lettiera, è consigliabile utilizzare un tipo di lettiera aggregante, a base di bentonite, per facilitare la rimozione giornaliera di orina e feci e per evitare che insorgano odori sgradevoli, ovviando così alla necessità di doverla sostituire quotidianamente, come nel caso delle lettiere tradizionali.Indipendentemente se il gatto è a pelo corto o lungo, l’abitudine alla spazzolatura, almeno settimanale nei primi e rigorosamente abituale nei secondi, è consigliabile per evitare il deposito di parassiti, seri problemi dermatologici o matasse di pelo specialmente in quest’ultimi. I gatti a pelo lungo, inoltre vanno abituati da piccoli alla spazzolatura, e comunque per i soggetti restii è bene effettuare diverse sedute più brevi. I gatti di razza che dovranno esibirsi nelle mostre andranno abituati ad essere lavati e spazzolati da giovanissimi. Bisogna fare attenzione ai gatti a cui è concesso di uscire, in particolare nella stagione primaverile quando fanno la muta, e nella stagione delle piogge particolarmente umida in cui prolificano i parassiti che possono infestare l’animale. Anche i baffi subiscono la muta.La pulizia degli occhi va fatta qualora si verifichi una eccessiva lacrimazione con prodotti specifici consigliati dal veterinario. Potrebbe trattarsi di una malformazione della ghiandola lacrimale o delle palpebre oppure di una malattia infettiva. Nei Persiani, gli occhi devono essere puliti regolarmente con prodotti idonei.La cura delle orecchie riveste un ruolo comunque importante e va effettuata unicamente quando si accerti la presenza di accumuli giallastri o brunastri nel padiglione auricolare. L’utilizzo del Cotton Fioc è vivamente sconsigliato ed opportuno rivolgersi ad un veterinario.All’età di quattro mesi spuntano i primi denti definitivi, in particolare i canini che morfologicamente sono differenti dai denti da latte. Anche i denti del gatto possono subire l’attacco del tartaro ed è bene dunque che siano controllati regolarmente. Una alimentazione a base di crocchette previene o limita la comparsa di tartaro, inoltre è consigliabile evitare acqua eccessivamente calcarea. Una visita annua dal veterinario verificherà lo stato di salute dei denti, e qualora si renda necessario si praticherà una detartrasi.Gli artigli L’attitudine a graffiare gli oggetti è normale del gatto, ma se si verifica sugli oggetti della casa, questo comportamento può compromettere la convivenza. E’ necessario che gli venga negato sin da piccolo di graffiare gli oggetti all’interno della casa, ma bisognerà fornirgli degli oggetti che possano essere utilizzati come graffiatoi. L’intervento chirurgico denominato “zampa di velluto”, molto praticato in Québec, consta nell’eliminazione totale dell’artiglio e della sua radice nelle zampe posteriori del gatto. Alcuni studi hanno illustrato che questa amputazione non ne compromette la capacità a cacciare e ad arrampicarsi, e i gatti non sembrano avere particolari disturbi motori. Tuttavia, bisogna considerare che il graffio è un mezzo intimidatorio, ma si è constatato che questa menomazione non rende l’animale inoffensivo, tutt’altro. Gli artigli vanno tagliati all’incirca ogni tre settimane o al massimo ogni mese nei soggetti piuttosto sedentari, e bisogna prestare attenzione a non intaccare la parte viva dell’unghia per evitare che fuoriesca il sangue.
Le cose di cui il gatto ha bisogno
Per crescere con un mantello lucido e liscio - mantenersi attivo , bisogna dare al nostro gatto un alimentazione completa ed equilibrata . Il gatto può mangiare una volta al giorno , ma se il cibo non gli piace può digiunare per diversi giorni ... e questo non vabbene perchè possono essere presenti gravi conseguenze . Se vive la maggior parte del suo tempo , all aria aperta ... vedrete che il vostro gatto ritornerà a casa quando sà che gli si da ... da mangiare . Poi diventano molto più socievoli - molto affettuosi ... se il cibo che gli si dà .... è buono per lui . Se invece non gli piace molto il cibo che gli si dà ... ci dobbiamo aspettare uno sguardo sdegnoso . Per mantenere sano il vostro gatto non dovete viziarlo con una dieta quotidiana , perchè potrebbero esserci dei problemi in futuro con la propria salute . Uno dei fattori più importanti è l attività fisica , che dovrebbe fare ogni animale , perchè fa molto bene . Anche l acqua è un alimento ... per ciò non scordarti di lasciare una ciotola con l acqua per il tuo gattino .
TABELLA
1) PROTEINE : carne bovina - pesce - uova - lievito di birra e servono per la crescita , per la riproduzione e per avere un mantello liscio .
2) GRASSI : olio di pesce - olio di soglia servono per avere un efficente sistema immunitario.
3) GLUCIDI : cereali - mais - riso sono una fonte di energia
4) FIBRE ALIMENTARI : fibra di mais - polpa di barbabietola e sono molto utili per una digestione regolare
5) MINERALI : pollame - pesce - sali minerali sono importanti per l ossatura - dei denti solidi - il funzionamento dei muscoli .
6) OLIGOELEMENTI : carne bovina - fegato e servono molto per il funzionamento del fegato
7) VITAMINE : fegato - lievito di birra sono essenziali per la vista e lo scheletro .
La dieta e le malattie dei gatti
La dieta di un gatto varia a seconda delle fasi della sua vita . Ci sono alcune indicazioni le quali possono essere molto utili :
1) ALLERGIE ALIMENTARI : possono manifestarsi con la diarrea o problemi cutanei . In questi casi bisogna eliminare i cibi che producono allergie e somministrare mangimi ipoallergenici .
2) OBESITà : è un problema tipico dei gatti che vivono esclusivamente in casa senza fare movimento . La dieta più idonea in questo caso deve essere povera di zuccheri e di grassi , ma ricca di fibre , in modo da ridurre le calorie .
3) CALCOLI URINARI : è molto frequente nei gatti maschi , soprattutto su una certa età e se vivono in un appartamento . La dieta deve essere molto energetica e povera di magnesio.
4) DIABETE MELLITO : i gatti che ne sono infetti devono avere una dieta particolarmente bilanciata per quantità. Si deve far uso di alcuni alimenti ricchi di fibre .
5) DIARREA E VOMITO : se appoiono questi tipi di problemi , bisogna far digiunare il gatto per almeno 24 ore , ma se il problema non si risolve ... rivolgersi al veterinario .
6) INSUFFICIENZA CARDIACA : bisogna adottare una dieta povera di sodio.
7) INSUFFICIENZA RENALE : molto frequente nella specie felina , si deve assomministare una dieta povera di sodio - proteine e fosforo.
L allattamento dei gattini e l allattamento artificiale
Mamma gatta allatta i gattini per 50 giorni . Lo svezzamento può iniziare dalla quarta settimana , quando i cuccioli cominciano a esplorare i dintorni del nido materno . Se la mamma non riesce ad allattare i propri gattini , si dovrà ricorrere all allattamento artificiale :
un cucciolo ha la necessità di mangiare regolarmente , con un intervallo tra un pasto e l altro che varia da 2 a 6 ore ... a seconda dell età :
1) CUCCIOLI DA 0 A 10 GIORNI è NECESSARIO CHE MANGINO 2 ORE DURANTE IL GIORNO , E OGNI 3 ORE PER LA NOTTE .
2) DA 10 A 15 GIORNI è NECESSARIO CHE MANGINO 3 ORE DURANTE IL GIORNO , E OGNI 4 ORE PER LA NOTTE .
3) DA 15 A 20 GIORNI è NECESSARIO CHE MANGINO 4 ORE DURANTE IL GIORNO , E OGNI 5 ORE PER LA NOTTE .
4) DA 20 A 30 GIORNI è NECESSARIO CHE MANGINO 5 ORE DURANTE IL GIORNO , E OGNI 6-7 ORE PER LA NOTTE .
L alimentazione deve essere fino ai 30 giorni esclusivamente di latte ( in polvere per i cuccioli ). Il cucciolo deve mangiare al giorno il 25-30 percento del suo peso corporeo. Un cucciolo ben alimentato deve avere ogni giorno un aumento anche almeno di 5 grammi . Se l aumento di peso non c è , è perchè il cucciolo non assimila bene . Il latte va scaldato a una temperatura di 38 gradi.
La gestazione e il parto
Nei gatti l intervallo fra l accoppiamento e il parto varia dai 64 ai 69 giorni . I segni che confermano la gravidanza sono : ASSUNZIONE DI UN COMPORTAMENTO MATERNO - ARROSSAMENTO DEI CAPEZZOLI VERSO LA TERZA SETTIMANA - RIGONFIAMENTO DELL ADDOME e L AUMENTO DEL PESO . La gravidanza potrà essere confermata dal vostro veterinario già dal diciassettesimo e il ventesimo giorno . Quando si arriverà alle 2 settimane prima del parto è meglio non farla uscire e sarà molto utile anche insegnarle a usare la cuccio che avete preparato ( UNA SCATOLA DI CARTONE CHE DEVE ESSERE APERTA DA UN LATO E DALLA PARTE DI SOPRA , FODERATA DA OVATTA E FOGLI DI GIORNALE ). La cuccia deve essere messa in un luogo caldo ... e se la gatta la preferisce in un altro posto , spostategliela. Bisogna chiudere i cassetti - gli armadi - credenze , perchè le gatte usano spesso questi posti per andare a partorire . Lo stadio del travaglio dura dalle 12 alle 24 ore e la gatta si mostra irrequieta - respira molto velocemente - fa le fusa - fa dei richiami vocali - può anche vomitare e possono uscire delle gocce di sangue o un liquido dalla vagina . Se la gatta si è trovata un luogo tranquillo dove partorire ... non la dovete spostare perchè può sospendere volontariamente il parto . Il parto richiede dalle 2 alle 6 ore e l intervallo tra la nascita di un gattino a quello successivo è di circa 30-60 minuti . La gatta inizialmente si lecca la vulva e in seguito compare una bolla scura che sarebbe la membrana fetale , attraverso il quale si può vedere il gattino . Durante la nascita del primo gattino la mamma emette dei miagolii acuti . Dopo la nascita di tutti i gattini , c è l espulsione delle membrane e della placenta , le quali la mamma le strapperà con i denti per liberare i gattini e sarà anche lei a recidere il cordone ombelicale . Dopo la nascita dei primi gattini il parto si potrebbe fermare per poi riprendere dopo 12-24 ore . Alcune gatte durante il parto cercano la vicinanza del proprietario che , in questo caso , dovrà starle vicino ... fino a che mamma gatta decide di dare tutte l attenzioni ai propri cuccioli . Se il parto avviene in modo regolare ... la gatta comincia a mangiare con appetito e assume un atteggiamento rilassato . Se dovessero essere presenti delle difficoltà durante il parto , chiamate il vostro veterinario .
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