CIAO A TUTTI

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domenica 31 gennaio 2010

Utilità del gatto

L’uomo ed il gatto si scambiano aiuto vicendevolmente. L’uomo utilizza il gatto per liberarsi dai roditori, nelle cantine, nei granai e nelle stive delle navi. I viaggi tra continenti determinano una mappa geografica di diffusione del gatto ed incentivano diffusione delle razze. Nel Codice di leggi del Galles del X secolo, età e capacità predatoria attribuivano un valore all’animale. Nel Medio Evo prese il posto di donnole e civette. Il gatto tigrato era ben visto perché considerato un eccellente cacciatore. I monaci nutrivano scarsamente i gatti affinché fossero maggiormente efficaci nella caccia dei topi presenti nelle dispense. Il surmolotto o ratto delle chiaviche prese il suo posto dagli inizi del 1700 e nel XIX secolo non venne più utilizzato per lo sterminio dei topi.

Non si conosce nulla sulla storia della domesticazione del gatto. L’incertezza tra Persia o Egitto è giustificata dal rinvenimento di fossili in due differenti luoghi: a Gerico e ad Harappà, nella valle dell’Indo. Il periodo in cui è avvenuta la domesticazione, si fa risalire a 4 mila anni fa. In Egitto, in seguito all’aumento della produzione agricola lungo le rive del Nilo, si ebbe un incremento di roditori che determinò l’avvicinamento dei gatti alle abitazioni. Questo suo integrarsi con l’uomo, probabilmente ne segna l’inizio che è del resto testimoniata dai geroglifici di El Licht nelle case Egizie. Affascinò i personaggi di maggior rango, funzionari e regnati. Il vederlo raffigurato sdraiato sotto la sedia del suo padrone nelle tombe private, ne attesta una certa familiarità con l’uomo. Inoltre fa la sua apparizione anche nei papiri e lo si rappresenta intento a cacciare uccelli acquatici. Più in la, imbarcato sulle navi dei colonizzatori, sbarcò in India verso il 500 a.C. e nei vari paei dell’Oriente, giungendo in Giappone nel 999. Dai Romani fu introdotto nella Russia meridionale e nell’Europa settentrionale cento anni dopo la nascita di Cristo, periodo in cui fu conosciuto anche in Norvegia. Nelle Americhe fu introdotto da alcuni Gesuiti francesi che lo portarono nel Quebec nel 1500, e nel 1620 fu imbarcato sul Mayflower diretto in America. Dopo l’oscurantismo medioevale, il gatto iniziò ad alimentare sentimenti alti. Daniel Defoe, ci informa che nel 1630 in Inghilterra già dimorava nelle case. Così fecero i turchi circa un secolo dopo. In tutta l’Europa, sotto il regno di Luigi XIV e Luigi XV, molte dame della nobiltà lo consideravano un valido compagno. Quanto Cartesio espresse il pensiero dell’animale-macchina, molti intellettuali dissentirono trovandolo inappropriato. Solo in seguito il gatto fu riapprezzato. Grandi scrittori hanno decantato il proprio amore per il gatto come anche noti politici, da Richelieu a Churchill fino a Clinton. Affabile e disponibile con tutti, conserva comunque la propria indipendenza selvatica.

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