CIAO A TUTTI

EII CIAO A TUTTI ... HO FATTO QUESTO BLOG PERCHè IO ADORO I GATTI ... SPERO CHE VI SARANNO MOLTO UTILI LE INFORMAZIONI CHE VI HO MESSO ... POI SE CERCATE QUALCOSA DI SPECIFICO ... MI SCRIVETE UN COMMENTO E IO RISPONDO A TUTTI ... CIAOO

lunedì 1 febbraio 2010

Cani e gatti vanno d accordo



Se in casa c’è già un cane, o più di uno, introdurre il gatto richiede qualche precauzione in più. Cani e gatti hanno modi diversi di conoscersi: i gatti con un discreto naso a naso, i cani con una ben più imbarazzante annusata di genitali. Per presentare il micio al cane di casa dovete quindi fare in modo che possa annusarlo nel sottocoda: solo così lo riconosce come un componente della famiglia. I gatti adottano strategie diverse quando devono affrontare un cane: possono rimanere fermi immobili, pronti a soffiare e graffiare se si sentono minacciati. Oppure possono scappare. Tutte e due presentano dei rischi: il gatto che rimane immobile si espone all’attacco di un cane che ha già sviluppato il piacere della “caccia al gatto”; quello che scappa scatena l’impulso a inseguire del cane. In genere però se il cane non è aggressivo verso i gatti, la prima strategia è quella migliore. Quando introducete un cane in una casa con gatti (o un gatto in una casa con cani) fate molta attenzione ad evitare che il cane provochi la fuga e l’inseguimento del gatto. Non è difficile: legate il cane al guinzaglio, e ogni volta che punta il micio, distraetelo, richiamatelo e premiatelo se rinuncia. Non lasciateli soli se il cane non ha rinunciato a inseguire i gatti! Non sgridate il cane, rischiate di inibirlo in vostra presenza, ma di non modificare affatto il suo impulso alla caccia. Cercate invece di associare la presenza del micio a qualcosa di piacevole, coccole e bocconcini. Idem per il gatto, se ha timore del cane. Se i due vanno d’accordo, l’inseguimento è un gioco; in questo caso non intervenite!
Gatti e cani in realtà non sono nemici! Sono semplicemente molto diversi. Il cane infatti discende dal lupo, mentre il gatto è un felino. Ma d'altronde si sa! Gli opposti si attraggono.... Il gatto vede il cane come un buffo animale, goffo, imbranato e invadente. Il gatto allo stesso tempo è visto dal cane come un animale che emana uno stranissimo odore, individualista e autonomo. Questo non vuol dire che non possa nascere una stupenda amicizia tra i due, anzi nella maggior parte dei casi, cane e gatto sono talmente inseparabili da non poter fare a assolutamente meno l'uno dell'altro!
E qui vi riporto la storia di Lada una cagnolina meticcia tutta nera e di Zorba una micia color tartaruga. Lada, adottata in un canile all’età di un anno, era la padrona di casa. Dolcissima, affettuosa e tanto tenera con la sua padroncina.
Un pomeriggio di sole, le due compagne di giochi e avventure, erano al parco a fare i soliti giretti e le solite corse in mezzo all’erba. Improvvisamente Lada si apposta sotto un albero e guardando in alto abbaia… Ovviamente la padroncina si avvicina all’albero e cosa vede? Una palla pelosa di tanti colori spaventatissima. Lada e padroncina, corrono a casa, prendono un trasportino e tornano sotto l’albero. Dopo tante peripezie, finalmente riescono a prendere questo batuffolo di pelo. Solita prassi, veterinario, vaccinazioni, controllo generale. La piccola micia era una cucciolotta di neanche un anno. E la padroncina della Lada, decise di chiamarla Zorba, come il gatto del libro di Luis Sepúlveda, “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”. L’inizio della convivenza non è stato molto traumatico, qualche soffiata e qualche zampata, ma dopo una settimana dormivano pacificamente insieme… Sono passati nove anni da quel giorno….la padroncina di cui parlavo è mia sorella Lucy e le sue “bambine pelose”, Lada e Zorba, oggi non potrebbero vivere una senza l’altra. Si cercano, dormono insieme, giocano insieme… Sono bellissime ……. E sono un cane e un gatto……

I gatti giocano




Il gioco per i gatti è molto simile al gioco per l’uomo. E’ divertente, per questo i gattini giocano. Ma il gioco serve anche come esperienza educativa perché insegna loro le abilità di base per sopravvivere nell’età adulta. Nei mammiferi il gioco è fondamentale per uno sviluppo ottimale nella maturità. Chi non gioca probabilmente sarà un soggetto asociale. I gattini iniziano a giocare a circa tre settimane. Inizialmente le azioni sono disordinate. Si saltano addosso, si rotolano e combattono. In questa fase nessuno si ferisce, poiché sono ancora troppo piccoli per averne la forza. Il gioco inizia ad elaborarsi qualche settimana più tardi. Cacciano, fanno gli assalti, si afferrano con le zampe anteriori, calciano con le posteriori e aggiungono qualche stratagemma di caccia.Un gioco divertente in questi periodo è la caccia al topo. Consiste nel nascondersi, rannicchiarsi, avanzare lentamente, correre e balzare sul .. topo! Per i gattini, comunque tutto è fonte di gioco. Possono giocare con una corda, una stringa di una scarpa un pezzetto di carta d’allumino…..tutto ciò che trovano diventa la loro preda. Con il tempo, la vitalità diminuisce perché probabilmente crescendo hanno imparato tutte le tecniche della caccia. Ma i gatti domestici, sembra invece siano eterni cuccioli. Loro non devono imparare a cacciare per la loro sopravvivenza, così continueranno a giocare.

Perchè i gatti sgraffiano


Graffiare oggetti all'interno della loro area territoriale è un comportamento istintivo e peculiare dei gatti, anche vivendo in ambiente domestico. Quest'azione riveste diversi significati contemporaneamente:

1) lo sfregamento meccanico aiuta a rimuovere lo strato corneo esterno dell'unghia, ormai 'morto'

2) le secrezioni delle ghiandole situate nei cuscinetti, e i graffi stessi, fungono da marcatura territoriale sia visuale che chimica

3) lo "stretching" aiuta i tendini e i muscoli flessori delle zampe e delle dita a mantenersi tonici

4) potrebbe essere una riaffermazione di dominanza (in presenza di altri gatti),

5) sembra un'attività in sé molto gratificante ...per il gatto!

Dato che graffiare oggetti è un comportamento del tutto normale e profondamente radicato, e qualunque gatto è fortemente motivato a farlo, è utopistico pensare di poter risolvere il problema della salvaguardia del mobilio *impedendo* al gatto di graffiare. Piuttosto, l'obiettivo giusto è quello di reindirizzare la graffiatura verso oggetti "accettabili", a tale scopo approntati. E' un errore sgridare il gatto mentre si fa le unghie perché potrebbe non comprenderne la motivazione, diventando diffidente verso un inspiegabile atteggiamento aggressivo da parte del padrone. L'unica soluzione è procurare al gatto un oggetto apposito per questa sua funzione e cancellare i segni lasciati in giro, scoraggiando l'animale a farlo in presenza del padrone.

Un pezzo di tronco d'albero e una tavoletta "tiragraffi" sono la soluzione ideale per i gatti che vivono in casa. E' necessario eliminare i graffi lasciati dal gatto poiché questo tende a farsi le unghie sempre nel medesimo posto, per lui "strategico" per la determinazione del territorio. In seguito, bisogna ricoprire la zona danneggiata con un tappetino, finché il gatto non avrà capito che in quel punto non si deve fare le unghie. Se il gatto insiste, lo si può dissuadere spruzzandogli addosso un pò di acqua: il gatto cambierà presto abitudini.

I gatti ricordano

Tutti noi vorremmo che i nostri gatti si ricordassero di non graffiare i mobili, di non distruggerci le cose che noi amiamo, ma loro invece dimenticano le nostre parole e continuano a farlo. I gatti, nonostante possano far finta di non ricordare, hanno invece una grande capacità di imparare e di ricordare, ma tendono a riservarla per informazioni utili per il loro benessere, non per il nostro! I gatti ricordano ciò che piace loro mangiare e il posto dove è collocato il loro cibo e la loro acqua o dove trovare la cassetta dei bisogni. Riconoscono dall’aspetto, dal rumore, dal tatto il proprio giocattolo preferito e sanno dove trovarlo in ogni momento, mentre noi invece magari lo stiamo cercando per ore. Ricordano quali rumori risultano più efficaci per ottenere dai padroni quanto vogliono e generalmente all’ora dei pasti ricordano anche i loro nomi propri.All’aperto ricordano l’estensione del loro territorio e quella degli altri gatti. Ma la loro memoria è selettiva e solo con un addestramento adatto ricorderanno le cose che noi vogliamo che ricordino. Alcuni gatti hanno una memoria straordinaria nel trovare i luoghi, spesso si è sentito di gatti allontanati di parecchi chilometri dalla loro abitazione, sono riusciti a tornare a casa. I gatti riconoscono chi li ha trattati bene e chi li ha maltrattati. Ma invece, una gatta allontanata dai suoi cuccioli, dopo qualche tempo, non li riconoscerà più.

I gatti sognano


Qualunque posto va bene, purchè sia al sole. I gatti vogliono dormire al caldo e al sicuro.
Niente può dare una sensazione di calore e di distensione più della proverbiale vista di un gatto acciambellato su se stesso e addormentato davanti al fuoco di un camino. I gatti dormono molto, da sedici a diciotto ore al giorno. I gatti soli dormono di più che quelli in compagnia. Possono dormire in qualsiasi posto, ma in genere sono attratti dai punti soffici come i letti, preferiscono comunque dormire al sole per compensare la lieve caduta della temperatura corporea durante il sonno.
Il sonno del gatto è stato studiato con l’elettoncefalogramma. Si è osservato che il sonno durante il giorno è sempre leggero. I muscoli non sono completamente rilassati e in genere il gatto si risveglia dopo pochi minuti di sonno. Dopo un periodo di sonno leggero, i gatti entrano nella fase del sonno profondo. Durante il sonno profondo, gli occhi si muovono con brevi, rapidi movimenti e le palpebre rimangono chiuse. Questa fase del sonno è nota anche con la fase REM (Rapid Eye Movement- Movimento rapido dell’occhio).
Durante questa fase, oltre al movimento degli occhi, il gatto sogna e lo si riscontra perché cambia la posizione del corpo, muove le zampe e le unghie, contrae i baffi, muove a scatti le orecchie e in alcuni casi miagola. La fase Rem comunque, è un’importante funzione biologica e un gatto privato del sonno Rem, lo riprenderà subito appena possibile. Durante il sonno profondo il cervello del gatto è attivo come quando è sveglio e i sensi sono vigili per qualsiasi stimolo in arrivo. Perciò, non disturbiamo il gatto mentre dorme, loro reagiscono…

Il linguaggio del gatto


OCCHI : Fissa negli occhi l'avversario, le pupille sono a fessura = Minaccia

La pupilla è dilatata = Paura e sottomissione

Occhi socchiusi, si intravede la terza palpebra = Rilassato - contento

ORECCHIE : Piegate di lato = Minaccia

Avanti e verso l'esterno = Rilassato

Appiattite all'indietro = Paura

Puntate in avanti = Curioso

BOCCA : Aperta, mostra i denti = Attacco

CODA : A punto interrogativo = Confidenza - amicizia
Orizzontale o un pò curvata verso il basso = Rilassato
Bassa e gonfia = Aggressivo
Verso l'alto = Ansia - incertezza
La punta si agita nervosamente = Irritato
Rigida = Attacco
Si muove a destra e sinistra = Stressato
A uncino = Spaventato

La festa del gatto


Questa splendida iniziativa è stata ideata, nel 1990, dalla fervida mente della giornalista e gattofila Claudia Angeletti, la quale, attraverso le pagine della rivista "TuttoGatto", ha promosso un referendum tra i lettori per scegliere il giorno dell'anno più consono a festeggiare questo nostro straordinario amico. Sono state proposte molte date, tra cui vogliamo ricordare, il 26 maggio dedicato a San Filippo Neri (che tanto amava i gatti)e il 21 marzo perché a primavera nascono i gattini, segno della vita che si rinnova. Ma la data scelta è stata quella del 17 febbraio, proposta da Oriella Del Col, con le seguenti motivazioni: febbraio perché è il mese posto sotto il segno zodiacale dell'Acquario, a cui appartengono gli spiriti intuitivi, liberi e anticonformisti, come solo i gatti sanno esserlo. Per quanto riguarda il giorno 17, la scelta è stata bivalente. Nel bacino del Mediterraneo, soprattutto presso i popoli di origine latina (Spagna, Francia e Italia), questo numero è considerato sfortunato perché in numeri romani il 17 si scrive: "XVII" che anagrammato diviene "VIXI" cioè "sono vissuto, sono morto", ma il gatto con le sue sette vite può dire di aver vissuto, ma di non essere morto e d'avere esorcizzato così la morte. Nel nord Europa invece, questo numero ha un valore positivo che significa, tra l'altro, vivere "una vita per sette volte". Ed anche in questo caso calza a pennello al gatto. Si è voluto così ripristinare una tradizione molto antica. Ad esempio, in Egitto, si adorava la dea Bastet, divinità dal corpo umano e dalla testa di gatta, associata alla gioia, alla musica, alla sensualità e alla danza. Una volta all'anno numerosissime persone si riunivano presso il delta del Nilo per festeggiarla. Tra i Celti, ai piedi dei Menhir, si svolgevano cerimonie sacre, alle quali partecipavano i gatti come tramite tra cielo e terra. Inoltre nei culti pre-colombiani, in onore del mese PAX, associato al Felino sacro, si tenevano spettacolari feste. Ma anche ai nostri giorni ci sono paesi che ricordano il nostro amico a quattro zampe. Ad esempio in India, ogni sei mesi si festeggia, come simbolo dell'amore e della maternità, la dea Sashti che cavalca un gatto bianco. Nel tempio di Nikko, in Giappone, il celebre Gatto Dormiente riceve tuttora offerte da turisti e fedeli. Tornando al nostro paese, nel 1991 l' A.M.A. (Associazione del Mondo Animale) a Firenze e il Club del Gatto a Roma hanno celebrato la Festa Nazionale del Gatto ottenendo dalle Poste, per l'occasione, l'annullo filatelico. Da quell'anno le due Associazioni stampano una cartolina commemorativa usando dei disegni donati da artisti gattofili. Dallo stesso anno, monsignor Canciani, a Roma, ha istituito per quella data, una messa con la benedizione dei gatti e dei loro compagni umani. A Firenze ogni anno viene organizzata "Gattart" una mostra collettiva di pittori specializzati in gatti. L'eco delle manifestazioni si è diffuso a macchia d'olio e negli anni seguenti Genova, Trieste, Parma, Milano e Perugia hanno deciso di festeggiare la ricorrenza con varie iniziative. Ma di anno in anno altre città si aggiungono all'elenco, desiderose di dedicare un giorno all'anno al dolce amico che ci dona tanta gioia e buonumore!

Il gatto nero porta sfortuna?


I gatti di razza neri più belli sono i Bombay...ma si vedono anche tantissimi meticci completamente neri, altrettanto splendidi. Ma...portano sfortuna? Molti superstiziosi credono ancora a simili sciocchezze...se qualcuno di loro ci stesse leggendo...ecco una storia che gli farà cambiare idea, simile a quella del gatto con gli stivali.
Dick Whittington, nel Trecento, viveva in Inghilterra, a Londra. Apparteneva ad una famiglia poverissima, e ogni giorno che passava tirare avanti diventava sempre più difficile. La sua unica proprietà, comprata per un penny (moneta inglese) era un gattino nero, dal pelo lucidissimo. Questo gatto, formidabile cacciatore di topi, fece la sua fortuna: si infilò nel palazzo Reale, infestato da topi, e riuscì a catturarli tutti. Il Re, per riconoscenza, donò immense ricchezze al proprietario del gatto, e da allora Dick dimenticò miseria e povertà.Una bella storia, non trovate? Ed è anche vera!

Le unghie del gatto



Per i gatti che vivono in casa, è molto importante il taglio delle unghie. I mici con le unghie non tagliate spesso sfogano i loro istinti un po’ su tutto quello che trovano: divani, tappeti e, potrebbero anche procurarci dei graffi accidentali. Inoltre, non avendo la possibilità di consumare le unghie, queste crescono troppo andando a premere sul cuscinetto e possono richiedere, quindi, l’intervento del veterinario.Non tutti i gatti si lasciano trattare le unghie facilmente. E’, quindi, importante abituare il gatto fin da piccolo a questa operazione.
Per tagliare le unghie si può usare un normale tronchesino oppure acquistare nei negozi per animali, quelli appositamente predisposti per i gatti. E’ preferibile utilizzare quest’ultimi in quanto il taglio è più facile e veloce e si evita lo sfaldamento dell’unghia.Prendete la zampa del micio e premete con delicatezza sul polpastrello per fare fuoriuscire l’unghia. A questo punto osservatela con attenzione. L’unghia è attraversata da una parte rosa dove sono contenuti i vasi sanguigni. Non si deve recidere quella parte. Facendo ciò provochereste dolore nel gatto ed un abbondante sanguinamento. La parte che si deve tagliare è quella bianca. Questa deve essere tagliata con un movimento secco e deciso.Se fate così, il vostro gatto non sentirà alcun dolore.

Oroscopo del gatto


ARIETE : Il gatto Ariete è un micio cocciuto, impulsivo ed assai determinato. Brillante ed allegro, nasconde però anche una certa permalosità ed un notevole orgoglio. Solitamente intraprendente, ama alle volte isolarsi dal mondo ed appartarsi in solitudine, incurante dei vostri richiami. Un gatto Ariete è però conosciuto anche per la sua natura combattiva, la sua innata vivacità ed il suo spirito agguerrito. Con gli altri gatti è dominante, desidera essere lui il capobranco, ma con il suo padrone è molto coccolone ed affettuoso. I gatti Ariete sono solitamente dei mangioni, non osate tardare a riempire la loro ciotola!

TORO : Il gatto Toro è solitamente un micio tranquillo e molto affettuoso con il padrone. E’amante della comodità ed in casa va ricercando gli angolini più morbidi per abbandonarsi a piacevoli pisolini ristoratori. E’ molto intelligente ed ogni tanto anche un pò schizzinoso. Sa essere una gentile compagnia anche per i bambini con cui è paziente e coccolone. I mici nati sotto il segno del Toro sono dei golosoni a cui piace variare spesso alimentazione ed il modo migliore per svegliarli e farli accorrere alla ciotola è infatti il rumore dello sportello del frigorifero. Dovete però prestare attenzione alla sua alimentazione visto che ha la tendenza a mettere su peso.

GEMELLI : Il gatto Gemelli sa essere un vero birbante come pochi sanno! E’ solitamente molto vivace ed allegro, dotato di una particolare curiosità che lo porta alla ricerca degli angoli più nascosti ed impensabili della vostra casa. E’ inoltre dotato di una grande voglia di comunicare con le persone a lui care e si sa rendere irresistibile anche grazie alla sua sorprendente espressività che lo caratterizza. Spesso i mici nati nel segno dei Gemelli sono degli esploratori molto abili e curiosi che, come in ogni altro gioco, mettono tutta la loro allegria ed il loro dinamismo. Il gatto Gemelli sa distribuire il suo affetto in maniera equa a tutti i membri della famiglia con cui instaura un ottimo rapporto.

CANCRO : I gatti del Cancro possono darvi inizialmente l'idea che amano riposarsi, ma vegliano sempre su di voi con un occhio, in un modo quasi materno. Hanno bisogno del proprio punto speciale nella vostra camera da letto e nel soggiorno e possono essere facilmente trovati in uno dei posti che hanno assurto a preferito. Date loro molto amore e attenzione o rischiate che manifesteranno la loro arrabbiatura soffiandovi. I mici Cancro sono particolarmente attratti da luoghi morbidi come poltrone e divani e guai ad occupare il loro posto per cui hanno un attaccamento quasi morboso!

LEONE : I gatti nati sotto il segno del Leone si sentono come dei re e si comportano in modo molto altezzoso. Amano essere ammirati e accarezzati. Possono essere visti avanzare impettiti con la loro preda nella bocca intorno alla casa in cerca di un complimento o di una carezza. Cercate di non ignorarlo, per lui sarebbe un affronto. Si troverebbe bene in un'esposizione felina, dove farebbe di tutto per mettersi in mostra. l gatto nato sotto il segno del Leone è un micio leale e fiero che merita molto rispetto e che non accetta ingiustizie. Sa essere una costante presenza nella vita del suo padrone a cui si dedica con tutto se stesso.

VERGINE : I gatti della Vergine sono molto puliti e ordinati. Non rovesciano mai dalle loro bacinelle ciò che avete preparato per loro e si fanno lavare anche dal padrone con estrema facilità, senza troppe ritrosie e realmente amore da bagnare. Sono tra i gatti più fedeli e leali dello zodiaco: una volta scelto il loro padrone difficilmente si lasceranno conquistare da un'altra persona. Il gatto Vergine è spesso, più di qualsiasi altro gatto appartenente agli altri segni zodiacali, un abitudinario amante della solita routine che ha un effetto tranquillizzante su di lui.

BILANCIA : I gatti della Bilancia sono pieni di charme e hanno una personalità vincente. Sono dei gatti che amano la compagnia di altri animali e a cui piace muoversi e vagare alla ricerca anche di nuovi territori. Se dovete portarli via per le vacanze, non preoccupatevi. Si adatteranno velocemente al nuovo ambiente, senza traumi. I gatti appartenenti al segno della Bilancia sono molto affascinanti e socievoli. Solitamente però anche decisamente vanitosi, ma sempre garbati ed eleganti anche nel portamento.

SCORPIONE : I gatti dello Scorpione seppelliscono tranquillamente le loro prede o i loro giochi preferiti in posti segreti (come nella parte posteriore del vostro armadio...) e si nasconderanno là per vigilare sempre sulle loro cose. Sono dei pragmatici e dimostreranno maggiore attaccamento alla persona che dà loro da mangiare. Il gatto nato sotto il segno dello Scorpione è un vero passionale! Un gatto combattente, amante della caccia con cui inorgoglisce il proprio padrone. In mancanza di una preda come una mosca oppure una farfalla, si accontenta di una pallina o di un topino.

SAGITTARIO : I gatti nati sotto il segno del Sagittario amano vagare intorno alla vostra casa ed esplorare attentamente il loro territorio. Se per caso lasciate una porta aperta, non esiteranno un minuto ad andare a conoscere il nuovo mondo che avete loro aperto. Non arrabbiatevi troppo se mentre mangiano buttano del cibo fuori dai loro piattini. E’ infatti possibile che i mici nati sotto questo segno siano amanti dell’aria aperta e della libertà a cui difficilmente vorranno rinunciare. Solitamente molto attivo, ama arrampicarsi sugli alberi e fare folli corse all’aperto.

CAPRICORNO : I gatti del Capricorno sono tranquilli e perfino un po' timidi. Sono molto riservati e hanno bisogno di molto amore e di attenzione per riuscire a farli uscire dal guscio protettivo che si sono costruiti. Sono compagni molto leali finché li curate piacevolmente. I gatti nati sotto il segno del Capricorno sono sicuramente i più testardi di tutto lo zodiaco. Se si mettono in mente di fare una cosa nulla riuscirà a smuoverli dal loro intento! Non amano affatto l’invadenza delle persone e mal sopportano l’intromissione nella loro privacy che difendono ritirandosi per i fatti propri quando qualcuno osa intromettersi troppo nei loro affari.

ACQUARIO : I gatti dell'Acquario sono molto curiosi e un po' eccentrici. A volte possono comportarsi in maniera insolita per un gatto (amano magari giocare come i cani e vi riportano l'oggetto che avete lanciato!). Sono interessati a qualsiasi cosa e questo può far sì che si vadano a mettere in situazioni pericolose e difficili, quando sfuggono al vostro controllo. Aspettatevi quindi un gatto curioso, sempre alla ricerca d’avventura e che, talvolta, combinerà anche qualche piccolo guaio. Pur sapendo essere un gatto molto affettuoso, il micio Acquario è d’indole indipendente ed è amante del gioco in cui trascinerà anche il suo padrone.

PESCI : I gatti nati sotto il segno dei Pesci sono dei sognatori che amano inseguire le ombre e dare caccia agli insetti. Sono però gatti molto sensibili e per questo si posso risentire quando vengono sgridati. Adorano giocare insieme ai bambini e i cuccioli di questo segno sono molto felici. Se li alimentate con cura vedrete che prospereranno! I gatti appartenenti al segno dei Pesci sono dei veri e propri sognatori! Hanno spesso la testa tra le nuvole e sono dotati di una grande sensibilità che permette loro di essere anche dei gatti un pochino “sensitivi” nei confronti delle persone a loro care.

Occhi del gatto


Gli occhi a volte sembrano dei fari accesi nella notte: la loro "luce" è prodotta, in realtà, dal riflesso della luce puntata sull'animale.I gatti possiedono negli occhi il "tapetum", uno strato di cellule che agiscono come un piccolo specchio riflettente.I piccoli felini predano di notte (gatto, puma ecc.) perché è soprattutto la notte che i gatti hanno la vista fine. Come altri carnivori, anche loro hanno dietro alla retina una speciale formazione cellulare, il tapetum lucidum, che consente a questi animali di vederci anche al buio. Anche nella notte più fonda c'è sempre una piccola quantità di luce che noi percepiamo a fatica solo dopo esserci assuefatti all'oscurità. Gli strati di cellule che compongono il tapetum assumono un aspetto iridescente che varia a seconda dell'angolo di incidenza della luce.

Se gli occhi del gatto o della lince brillano nelle tenebre come due piccoli fari fosforescenti, lo si deve ai cristalli di guanina contenuti nelle cellule del tapetum. Una sorta di catarifrangente che riflette in tutte le direzioni la luce, anche se scarsissima.Di giorno probabilmente passerebbe troppa luce e di conseguenza la pupilla è ristretta. Nel caso del gatto quindi il restringimento della pupilla a forma di fessura verticale riduce l'ingresso della luce, lasciando tuttavia una buona capacità visiva, migliore di quella che invece si ottiene con un restringimento che mantiene la fessura rotonda, come avviene nel nostro occhio.I grandi felini viceversa sono predatori diurni e quindi non hanno necessità di regolare l'intensità luminosa come quelli che vedono meglio di notte.

Quando sogni un gatto


I sogni ci affascinano per i loro messaggi nascosti, che spesso suggeriscono previsioni o incutono dubbi e timori, I simboli del sogno devono essere interpretati attentamente, così da capire il loro reale significato: bisogna aprire la coscienza alle dimensioni spirituali situate al di là del corpo fisico. Prestando attenzione ai sogni otterremo una comprensione dei nostri sentimenti nascosti, dei desideri e delle paure. Se nei sogni appaiono gatti, chiediamoci di cosa vogliono renderci consapevoli e, attraverso l'analisi delle caratteristiche del sogno cerchiamo di ricavare un interpretazione.
In generale il gatto è un simbolo dell'inconscio, della forza immaginativa, della saggezza intuitiva e del potere femminile, quest'ultimo più sottile e nascosto rispetto al potere maschile; ma il significato di un sogno nel qule compare un gatto dipende anche da come il sognatore si rapporta in generale con i felini. Per chi non li ama o ne ha addirittura paura l'apparizione onirica di questi animali può rappresentare un timore inconscio, una disarmonia riferita all'energia femminile: problemi con la madre o con la compagna, con le donne in generale, oppure con il proprio lato femminile.
I vari aspetti della femminilità possono avere qualità negative o positive. Quando il sogno del gatto è in linea con le vibrazioni positive del femminile indica creatività, fertilità, possibilità di crescita in qualcosa: il messaggio si lega a Madre Natura, alle doti psichiche, al ciclo perpetuo di nascita, morte e rinascita. Se invece è in linea con connotazioni negative il sogno rivela uno squilibrio di energia yin, tendenze distruttive o repressive, oppure la mancata accettazione di forme di dolcezza e sensibilità. Il gatto nel sogno può rappresentare aspetti della personalità del sognatore, o riferirsi ad un personaggio a lui collegato; può anche indicare il ruolo del sognatore in certe situazioni. Nell'interpretare il sogno è importante considerare tutte le caratteristiche del gatto e del contesto: l'atteggiamento dell'animale, il suo aspetto, l'età, la situazione e le altre sfumature.

Il territorio del gatto


Ogni gatto possiede una base circondata da una fetta di terreno intorno, al di là della quale inizia l'area di caccia. Nel caso di gatti selvatici o randagi, i confini territoriali vengono definiti a seconda della condizione della popolazione felina locale e della disponibilità di cibo. Per il gatto domestico, il territorio è in parte deciso dal suo padrone che di solito ignora del tutto l'esistenza delle marcature territoriali del proprio animale.Nelle case con più gatti l'intorno tenderà ad essere più vasto di quello che non sarebbe se i gatti vivessero da soli, ma in tutti i casi è improbabile che si estenda oltre al giardino di casa. Le femmine ed i maschi castrati tendono ad occupare dintorni limitati ma ben definiti, che vengono difesi con fermezza. I maschi integri possiedono territori più ampi ed articolati, che in alcuni casi possono arrivare a dieci volte la dimensione dei territori delle femmine. I confini di tali territori non sono definiti chiaramente ed i maschi non tendono a difenderli con molta decisione. Tuttavia, quando un gatto estraneo entra nello spazio che circonda la base, si verifica sempre uno scontro.In campagna il territorio della femmina può arrivare ad un ettaro mentre quello di un maschio supera i 10 ettari. In città invece, dieci gatti possono condividere un terzo di ettaro. In generale il territorio dei maschi circonda quello della femmina e non vi sono intersezioni. A seconda della vostra abitazione, villa o appartamento, ed a seconda del numero di animali che vi vivono, il gatto identifica la propria casa, una parte o qualche metro come proprio territorio e lo difende.

LA DELIMITAZIONE DEL TERRITORIO: Il gatto maschio, più che la femmina, delimita il proprio territorio con degli spruzzi di urina, sulle superfici verticali in particolar modo. Il gatto vuole dire "Sono a casa mia, proibito entrare!". Bisogna abituare così l’animale a svolgere le proprie funzioni sociali e sessuali all’esterno, certo, in appartamento è più difficile. Per ovviare questo comportamento si può ricorrere alla castrazione. Questa operazione deve essere programmata con il vostro veterinario in modo da trovare il momento ideale. Un altro modo usato dal gatto per delimitare il territorio è lasciare il segno delle unghie su muri ed alberi. Così facendo diffonde un odore particolare secreto dalle ghiandole situate alla base dei cuscinetti plantari.LO SFREGAMENTO: Così come il gattino si sfrega contro la madre per chiedere cibo ed attenzione, il gatto adulto si sfrega contro il padrone con la testa o con il corpo. Lo sfregamento è inoltre utilizzato per delimitare il territorio. Il gatto sparge la secrezione delle ghiandole situate al lato della testa sulle persone e sugli oggetti del proprio ambiente.

domenica 31 gennaio 2010

Comportamento del gatto domestico


Attualmente gli esperti felinofili tendono, per la maggior parte, a fissare una suddivisione per classi delle razze di gatti tale da permettere al proprietario una scelta caratteriale tipologicamente adeguata alle proprie esigenze. I criteri valutativi variano ed evidenziano le caratteristiche feline più evidenti. Nel classificare questa specie felina, si tiene in considerazione oltre all’elemento caratteriale (iperattivo o calmo), anche l’aspetto comportamentale (socievole e amante della compagnia). I punti di vista dei felinofili sono in parte controversi circa la questione delle razze e dei caratteri, poiché la specie in questione si crede sia il risultato di una selezione operata per mano dell’uomo e non genetica. E’ evidente come la peculiarità caratteriale del Siamese, il suo vociferare continuo, si adatti ad un padrone amante della compagnia ed a persone sole ed anziane. L’esemplare Skogkatt, dai modi raffinati ed allo stesso tempo grossolani, è amato da persone a cui piace stare in contatto con la natura.Il gatto tende normalmente a scegliere all’interno della famiglia la propria preferenza verso un particolare individuo. Negli allevamenti non è affatto un avvenimento eccezionale notare un gattino accostare il suo futuro padrone, un sentimento ed una complicità del tutto istintiva che denota la possibilità in natura di stabilire rapporti di coppia eccellenti. Grazie al suo intuito il gatto capta i pensieri del proprio padrone, cogliendo le possibili analogie. Inoltre, può accadere che il piccolo felino imponga la propria autorità trasportando il padrone nel proprio mondo.Raffinato nei modi e pacato, il gatto di razza pura con tanto di pedigree, con un nome singolare e squillante, si afferma ed è esibito agli allori insieme ad altri esemplari vincenti, nutrendo la stima del proprio padrone. Inoltre il gatto di razza, oltre a valorizzare il prestigio economico di chi lo possiede, ha la fortuna di dimorare tra le mura domestiche, godendo di protezione, considerazione e cura del mantello, della sua salute ed alimentazione. Relegato ed onorato sul trono, il gatto sa però farsi rispettare a differenza del cane. Il suo istinto libero lo porta a riparare in un mondo tutto suo che gli permette comunque di tenere le distanze dall’uomo senza suscitare alcun risentimento.Il gatto comune è l’individuo più noto e conosciuto. Si pensi che in Francia solo il 2-3%, pari a circa 200 mila esemplari, è di razza. Tra essi citiamo il Persiano, il Siamese, … Il gatto comune, pur imponendosi per numero tra la popolazione felina, non riceve adeguatamente le dovute attenzioni e cure dall’uomo, anzi al contrario non le riceve affatto. Non si dimentichino le numerose difficoltà che ha dovuto affrontare nell’arco dei secoli fino ad oggi.La sua libertà lo porta, rispetto ai gatti di razza, a delle rinunce. Infatti i suoi proprietari non sono così apprensivi quando non rincasano e tantomeno non ricercano gli ultimi ritrovati scientifici relativi all’alimentazione ed alla salute.Il gatto comune non riscuote alcun prestigio economico, non lo si acquista, non lo si dona o semplicemente lo si lascia andare; non ci si stupisca se sceglie egli stesso con chi stare. Non avendo alcun valore economico, non sono normalmente sottoposti a vaccinazioni, a castrazione nel maschio o sterilizzazione nella femmina, e tantomeno sottoposti a riconoscimento a mezzo di tatuaggi.Contrariamente alle aspettative, questo esemplare comune scatena nel proprio padrone un amore smisurato. Rinunciare ad averlo in casa non è semplice. In lui si ama lo spirito indipendente, la sua capacità a procacciarsi il cibo, il suo essere genuino ed energico, il fatto di essere un esemplare del tutto singolare, non riscontrandogli alcune analogie con i suoi simili. E’ notoriamente conosciuto per la sua semplicità sia fisica che morale.

Utilità del gatto

L’uomo ed il gatto si scambiano aiuto vicendevolmente. L’uomo utilizza il gatto per liberarsi dai roditori, nelle cantine, nei granai e nelle stive delle navi. I viaggi tra continenti determinano una mappa geografica di diffusione del gatto ed incentivano diffusione delle razze. Nel Codice di leggi del Galles del X secolo, età e capacità predatoria attribuivano un valore all’animale. Nel Medio Evo prese il posto di donnole e civette. Il gatto tigrato era ben visto perché considerato un eccellente cacciatore. I monaci nutrivano scarsamente i gatti affinché fossero maggiormente efficaci nella caccia dei topi presenti nelle dispense. Il surmolotto o ratto delle chiaviche prese il suo posto dagli inizi del 1700 e nel XIX secolo non venne più utilizzato per lo sterminio dei topi.

Non si conosce nulla sulla storia della domesticazione del gatto. L’incertezza tra Persia o Egitto è giustificata dal rinvenimento di fossili in due differenti luoghi: a Gerico e ad Harappà, nella valle dell’Indo. Il periodo in cui è avvenuta la domesticazione, si fa risalire a 4 mila anni fa. In Egitto, in seguito all’aumento della produzione agricola lungo le rive del Nilo, si ebbe un incremento di roditori che determinò l’avvicinamento dei gatti alle abitazioni. Questo suo integrarsi con l’uomo, probabilmente ne segna l’inizio che è del resto testimoniata dai geroglifici di El Licht nelle case Egizie. Affascinò i personaggi di maggior rango, funzionari e regnati. Il vederlo raffigurato sdraiato sotto la sedia del suo padrone nelle tombe private, ne attesta una certa familiarità con l’uomo. Inoltre fa la sua apparizione anche nei papiri e lo si rappresenta intento a cacciare uccelli acquatici. Più in la, imbarcato sulle navi dei colonizzatori, sbarcò in India verso il 500 a.C. e nei vari paei dell’Oriente, giungendo in Giappone nel 999. Dai Romani fu introdotto nella Russia meridionale e nell’Europa settentrionale cento anni dopo la nascita di Cristo, periodo in cui fu conosciuto anche in Norvegia. Nelle Americhe fu introdotto da alcuni Gesuiti francesi che lo portarono nel Quebec nel 1500, e nel 1620 fu imbarcato sul Mayflower diretto in America. Dopo l’oscurantismo medioevale, il gatto iniziò ad alimentare sentimenti alti. Daniel Defoe, ci informa che nel 1630 in Inghilterra già dimorava nelle case. Così fecero i turchi circa un secolo dopo. In tutta l’Europa, sotto il regno di Luigi XIV e Luigi XV, molte dame della nobiltà lo consideravano un valido compagno. Quanto Cartesio espresse il pensiero dell’animale-macchina, molti intellettuali dissentirono trovandolo inappropriato. Solo in seguito il gatto fu riapprezzato. Grandi scrittori hanno decantato il proprio amore per il gatto come anche noti politici, da Richelieu a Churchill fino a Clinton. Affabile e disponibile con tutti, conserva comunque la propria indipendenza selvatica.

Vaccinazioni


E’ auspicabile che i proprietari responsabili del benessere dei loro gatti, li sottopongano a vaccinazione. Ultimamente, con l’aumento dei vaccini, determinate malattie sono state debellate. Tuttavia, pur aumentando il numero dei soggetti vaccinati, in Francia i gatti non ne sono sottoposti o vengono trascurati rispetto ai cani. La mortalità, causata da malattie molto diffuse, o da altre che mettono comunque a repentaglio la vita dell’animale, vengono sconfitte attraverso la vaccinazione. Tra i vaccini correntemente in uso, alcuni sono estremamente importanti, altri, invece, è bene che si facciano comunque, ed altrettanti sono consigliati in specifiche situazioni. Attualmente, non esiste un vaccino valido che curi indistintamente ogni malattia nei Felini. Lo zoonosi (antropozoonosi), è una patologia che colpisce tanto l’uomo quanto l’animale. Le affezioni più importanti che possono essere trasmesse vicendevolmente sono: la rabbia, la toxoplasmosi, la tubercolosi e la classica malattia dovuta al graffio del gatto. La rabbia è stata quasi del tutto debellata grazie alla vaccinazione obbligatoria, effettuata in particolari situazioni.Informazioni sui vaccini.La risposta dell’organismo a un corpo estraneo viene definita immunologia o immunitaria. L’organismo crea una barriera a sua difesa, tramite i linfociti, o globuli bianchi, in risposta a ciascun antigene. I linfociti hanno ruoli ben definiti: i B-linfociti, formano gli anticorpi per distruggere l’agente o più agenti infettivi; i T-linfociti, distruggono le cellule malate. Una volta che il linfocita è stato già in contatto con l’elemento estraneo, lo riconosce prontamente, e lo debella prima che possa moltiplicarsi e favorire la malattia, in particolar modo se è un agente patogeno. Pertanto, l’organismo dell’animale è nella maggior parte dei casi protetto. Età e vaccinazioni.La capacità di dare una risposta immunitaria valida (immunocompetenza), nei cuccioli, si raggiunge nella seconda o terza settimana di vita. Di norma, i Gattini possono essere vaccinati anche dopo i quindici giorni di vita, ma si corre il rischio che le somministrazioni non risultino efficaci per via dell’azione immunitaria trasmessa dalla madre. Con il passare degli anni, il numero degli anticorpi nei gatti anziani diminuisce, e il sistema immunitario ne risente. E’ bene, dunque, che il gatto anziano sia sottoposto a vaccini di richiamo. Vaccinazione per i gatti.Generalmente, si sconsiglia vivamente la vaccinazione a gatti che non godono di ottima salute, o che presentano dei parassiti, o sotto cura immunodepressiva. Di norma, i gatti dovrebbero essere sottoposti ad un trattamento parassitario, prima che si intervenga con la vaccinazione. Anche per le mamme in gestazione la vaccinazione è controindicata, poiché potrebbe causare malformazioni fetali. I gatti a cui è permesso di avere contatto con l’ambiente esterno, possono facilmente esposti a malattie tramite l’esposizione ai suoi simili, o a luoghi contaminati. In questi casi, la vaccinazione si rende indispensabile. E’ bene che anche un gatto che viva esclusivamente tra le mura domestiche, venga vaccinato, poiché può contrarre comunque le infezioni attraverso l’introduzione nell’organismo di agenti contaminanti, o di animali infetti, o da ospedalizzazione. Alcune infezioni del gatto, ancora in fase asintomatica, possono essere contratte da animali sani. Senza un’analisi specifica, non è possibile diagnosticare l’affezione, e il gatto sarà un portatore sano. Gli animali infettati da riniti e da clamidiosi, in fase di guarigione possono ancora trasmettere l’agente patogeno responsabile della malattia. Altre hanno un processo di sviluppo più graduale. Una volta che l’animale è vaccinato, il veterinario registra il tipo e la via di somministrazione del vaccino, la data e il numero di lotto dello stesso nel libretto del gatto. Nei carnivori, circa il 95% degli antigeni materni è dato alla prole attraverso il colostro. Già alla prima poppata, i Gattini ricevono l’eredità immunologia, o immunità passiva della madre, poiché in questa fase il piccolo non produce di suo gli anticorpi. La permeabilità della parete intestinale permette agli anticorpi, già nei primi due giorni di vita, di entrare nell’apparato circolatorio. Il numero di anticorpi nel sangue regredisce gradualmente fino a scomparire, ed è nullo mediamente intorno all’età di due mesi e mezzo. Oltre a variare da un esemplare all’altro, è influenzato dalla concentrazione di anticorpi nel latte materno, e dal numero dei cuccioli. Tuttavia, questi stessi anticorpi possono interferire con le vaccinazioni precoci, che sommandosi agli antigeni del vaccino, ne precludono l’immunizzazione. Il periodo più pericoloso, per via della sua vulnerabilità alle infezioni dopo la scomparsa dell’immunità passiva, coincide per i cuccioli con l’esposizione a virus particolari, quali ad esempio la panleucopenia felina. Per evitare questo inconveniente, è opportuno iniziare le vaccinazioni all’età di sei settimane e ripeterle ogni due, fino a quando essi non raggiungono le dodici o le quattordici settimane di vita. Questo trattamento va effettuato nei gattili in cui sono state accertate le malattie, contrariamente per i cuccioli che vivono in casa è sconsigliato.

TIPI DI VACCINI

Esistono due tipi di vaccini, quelli cosiddetti “tradizionali”, e quelli più recenti. I tradizionali comprendono vaccini inattivati (spenti) e attenuati (vivi). I primi utilizzano agenti batterici o virali trattati con calore, o prodotti chimici. Nel formulare un nuovo vaccino, è opportuno crearne dapprima uno spento, poiché l’agente patogeno è ancora virulento (ad esempio vaccino antirabbico). Nei secondi, l’agente viene alterato e reso non virulento, ma ha in sé comunque la capacità di riprodursi. L’animale, trattato con vaccini vivi, fornisce una valida risposta immunitaria.

CICLO VACCINALE

Il veterinario può stabilire un ciclo vaccinale che rispetti le necessità di ciascun soggetto, stile di vita, età e habitat. E’ consigliabile vaccinare il gatto non appena finisce l’immunità passiva; a tal fine si rendono indispensabili due serie di trattamenti (inoculazioni): la prima viene somministrata intorno all’ottava settimana di vita, la seconda serie fra la dodicesima e la quattordicesima.La legge francese impone che per l’antirabbica i Gattini devono essere vaccinati a partire dal terzo mese di età. Ai gatti vaccinati va fatto periodicamente il richiamo, affinché possano mantenere una immunità durature ed efficiente.

VACCINAZIONI OBBLIGATORIE

La rabbia è una forma di encefalomielite causata da un virus comune a tutti i Mammiferi, uomo compreso; è tra le zoonosi più pericolose, ed è fatale. Il periodo di incubazione dura mediamente trenta giorni dopo che si manifestano i sintomi di neuropatia. La morte sopraggiunge tra i tre e i sei giorni. Essendo una malattia altamente contagiosa, la vaccinazione è sottoposta a normativa. Sono a rischio maggiormente i gatti randagi, anche se il rischio di infezione, almeno in Francia, è notevolmente sceso negli ultimi tempi. I gatti provenienti da altri Paesi devono essere obbligatoriamente vaccinati, così come i soggetti in transito da strutture infette entro i confini francesi. La vaccinazione si rende inoltre obbligatoria se il gatto deve concorrere a una mostra felina, o se il gatto deve essere portato in un campeggio. I cuccioli non possono avere accesso alle aree in cui è obbligatoria la vaccinazione, fino al compimento di un mese dalla stessa.

VACCINAZIONI CONSIGLIATE

Attualmente, la maggior parte dei gatti è protetta contro la rabbia, la panleucopenia, la rinotracheite virale, e la leucemia. La panleucopenia felina o tifo, è stata in passato una malattia che ha sterminato molti gatti. Fortunatamente, oggi è estremamente rara nelle aree urbane, grazie all’immunoprofilassi. I vaccini disponibili in Francia sono vivi. Si sconsiglia la vaccinazione alle fattrici nella fase finale della gestazione, e nei cuccioli di età inferiore al primo mese di vita. La rinotracheite felina virale (FVR) è una malattia infettiva responsabile dell’immunodeficienza dei gatti. I primi sintomi si avvertono due anni dopo la contrazione della malattia. La sindrome da immunodeficienza felina (AIDS felino o FIV), si manifesta a partire dagli otto ai dieci anni dopo aver contratto l’infezione. La sintomatologia, per entrambe le affezioni, è generalizzata. Si possono inoltre verificare perdita di peso, febbre, inappetenza e varie infezioni localizzate. Si dispone, però, solo del vaccino per la leucemia causata dal virus FeLV. Tuttavia, la vaccinazione è indicata solo per i gatti che ne sono a rischio, anche se è efficace unicamente nei soggetti FeLV negativi. La clamidiosi è un’affezione batterica che provoca la congiuntivite, seguita da frequente secrezione nasale e tosse. A volte si verifica che il batterio agisca contemporaneamente al virus della rinotracheite, aggravandola. I gatti apparentemente guariti sono dei portatori sani per lunghi periodi di tempo. La peritonite felina infettiva (FIP) è una infezione virale, che colpisce l’addome, ingrossandolo. In Francia si dispone di un vaccino autorizzato. L’efficacia dell’inoculazione è valida, per cui è stato approvato negli Stati Uniti ed in altri Paesi europei, ma non ancora in Francia.

Le pulci e l eliminazione delle pulci


Le pulci del gatto (Ctenocephalides felis) si nutrono di una svariata gamma di mammiferi, compreso l’uomo, ed erbivori. Numerosi gatti sono insensibili ai morsi delle pulci, mentre in alcuni si manifesta una reazione allergica con la comparsa di una dermatite miliare, caratterizzata da pustole e rossore e dall’aspetto ruvido sulla parte posteriore del collo, che causa immenso prurito. Ne deriva una perdita di pelo sull’addome, cosce, fianchi e coda. Inoltre, le pulci causano malattie e sono portatrici di alcuni parassiti intestinali, quali cestoidi e quelli che determinano la malattia da graffio del gatto. Studi biologici degli ultimi anni hanno consegnato una conoscenza parziale riguardo alla loro esistenza, si rende opportuno approfondire la materia per evitare l’insorgere di tali infestazioni. Molti pregiudizi vedono le pulci adulte del gatto fermarsi sul loro ospite soltanto il tempo necessario per nutrirsi. In verità, solo un esiguo numero di pulci cambia l’animale, pertanto, il rischio di contaminare gli altri, si rivela in qualsiasi circostanza, nullo. Questi parassiti adulti hanno un ciclo riproduttivo altissimo, mediamente ogni femmina produce, al giorno, persino 50 uova, dall’aspetto ovoidale e bianche, della lunghezza di 0,5 mm.; esse non rimangono sull’animale, ma in circostanze favorevoli di umidità e temperatura, si aprono dopo qualche tempo, manifestandosi in larve, e non veri e propri parassiti, dalla forma vermicolare allungata di diversi millimetri. Queste ultime si cibano di residui organici dell’ambiente che le circonda, in particolare delle feci delle pulci adulte; prediligono ambienti umidi e zone buie. Dopo un periodo di fase larvale, che può aggirarsi da qualche giorno a un mese, il processo metamorfico avanza e ciascuna larva si racchiude in un bozzolo, fino a divenire a breve una pulce adulta. Quando si presentano le condizioni favorevoli, vanno alla ricerca di un ospite, o altrimenti restano nel bozzolo, fino a che esso non si rende disponile. Finanche restano nel bozzolo, non sono particolarmente sensibili agli insetticidi. A tal fine, è bene ricordare che le pulci adulte sono dei parassiti allo stato immaturo, che vivono liberamente nell’ambiente. In media, la loro vita si aggira intorno alle tre settimane. Il pericolo maggiore non è dato dalle pulci che già sono ospiti dell’animale, ma da quelle fuoriuscite di recente.

L ELIMINAZIONE

Per arginare il problema, è opportuno eseguire un trattamento anti-pulci sul corpo dell’animale, e sull’ambiente circostante, che consiste nell’uso di prodotti capaci di sterminarle immediatamente, e dall’azione durevole. Tale procedura deve essere tempestiva, poiché le pulci vanno distrutte prima che abbiano cominciato a succhiare il sangue (normalmente dopo pochi minuti di vita) e, in particolar modo, prima che si riproducano ed inizino a depositare le uova ( entro un giorno di vita). I prodotti insetticidi, quali trinoidi, fipronil o amidacloprid, agiscono immediatamente e hanno un’azione a lungo termine. L’uso topico di questi prodotti è particolarmente indicato sui gatti, ed essi vanno applicati in quantità modica tra le scapole; in tal modo, la loro azione si diffonderà sulla restante parte del corpo nell’arco di un giorno. Tale trattamento durerà per circa un mese. I classici collari anti-pulci hanno un effetto parzialmente protettivo, perché non sono preventivi. E’ necessario identificare e garantire che anche i luoghi siano disinfettati, ed in particolare, gli animali con cui il gatto è entrato in contatto. Prescrizioni adottate nelle aree abitate, forniscono un insetticida e un regolatore di crescita che interrompe il ciclo di sviluppo delle pulci. L’impiego della fumigazione permette la disinfestazione di vaste zone. E’ opportuno, comunque, agire contemporaneamente con insetticidi spray, per esporre a tale trattamento anche le aree più difficoltose a raggiungersi. Il lefenuron è un inibitore della crescita degli insetti, somministrato o oralmente una volta al mese, o ogni sei mesi. Questo prodotto entra subito in circolo, inibendone la crescita e non permettendo alle uova di schiudersi e, dunque, evitando il diffondersi delle pulci nell’ambiente. Inoltre, tra i vantaggi che presenta questo insetticida, c’è l’effetto secondario di controllare le pulci nell’ambiente, anche se viene somministrato solo al gatto infestato da pulci adulte.

La vita del gatto

Mediamente la vita del gatto si aggira intorno ai 10 anni, anche se può raggiungere i 15-20 anni. Alla nascita il suo peso è di circa 100 grammi ma può arrivare anche a pesare nell’età adulta tra i 2 ed i 7 chili. La sua è una vita in cui i giochi, le pulizie, sonni e pranzi si alternano. Molto amato dall’uomo, il suo istinto lo porta ad essere un predatore, atteggiamento questo che si mostra anche nel gioco.La gatta partorisce in media dopo un periodo di gestazione che varia tra i 63 ed i 68 giorni, da uno a dieci Gattini il cui peso dipende da diversi fattori.
il sesso, normalmente il peso della femmina è inferiore a quello del maschio;
la razza, un gatto di razza grande sarà alla nascita più pesante rispetto ad un soggetto di razza piccola;
se il numero dei cuccioli è superiore a 5, questo comporterà un peso inferiore;
la dieta della gatta durante la gestazione, se si rivelasse incompleta o poco equilibrata, determinerebbe un nutrimento inadeguato dei feti con conseguente calo del peso e pericolo di malformazioni.Per liberarsi dalla placenta, la madre lecca il gattino con una certa continuità. Questo trattamento stimola e desta il cucciolo e si protrae per diverso tempo dopo il parto. Il primo movimento che il piccolo esegue consiste nella ricerca delle mammelle della madre, facilitato dal fatto che la madre si stende di lato per agevolarne la presa. Il colostro (primo latte) materno assunto nelle prime ore, è per aspetto e costituzione differente da quello del latte oltre a contenerne altri elementi. Inoltre presenta anticorpi che il cucciolo è in grado di assimilare nelle prime 16 ore di vita e che lo proteggono dai germi durante la prima settimana. Il latte materno lo riceverà dopo qualche giorno dal parto ed è anch’esso ricco di anticorpi. Alla nascita il piccolo non è in grado di termoregolare la propria temperatura corporea, ma spetta alla madre mantenere calda la cucciolata. Nei cuccioli, la temperatura anale raggiunge in media i 37° fino ad aumentare gradualmente sino ad arrivare ai 38-38,5° all’incirca nei primi due mesi di vita. E’ perciò opportuno mantenere l’ambiente ad una temperatura preferibilmente di 33° nella prima settimana, per poi scendere a 30° e successivamente a 28° nella quarta e 26° nelle successive settimane.Quando un gatto ha libero accesso all’esterno, il suo istinto predatorio, anche se si tratta di un gatto domestico , non si esaurisce, ma decide di mangiare o meno le prede cacciate quando ha un’altra fonte di alimentazione. Per natura, sono attirati da tutto ciò che si muove intorno a loro. Nel caso in cui il gatto si nutra esclusivamente di topi, dovrà mangiarne necessariamente, tra gli otto e i dieci al giorno, per arrivare ad avere un’adeguata alimentazione. Si pensi che cacciare non è poi così semplice e immediato. Tuttavia, il gatto possiede degli ottimi strumenti a suo vantaggio: un olfatto fine, le vibrisse che può orientare a suo piacimento, una vista eccezionale, artigli appuntiti e un’agilità nei movimenti. Gli artigli del gatto sono caratterizzati da una crescita incessante nell’arco della loro vita, da forma lievemente circolare, dalla loro posizione verticale e dall’essere retrattili ed appuntiti. La capacità degli artigli a ritrarsi, comporta numerose conseguenze; intanto permette loro di spostarsi senza far il minimo rumore, agevolati in questo dai cuscinetti plantari, dopodiché consente al gatto di manifestare appieno il suo istinto predatore. La forma consente loro di penetrare facilmente le prede o eventuali nemici. Quando il gatto colpisce con gli artigli, provoca vere e proprie lesioni, persino nei momenti ludici. Nel momento in cui si decide di tagliare i suoi artigli, bisognerà utilizzare un tagliaunghie efficiente, tenendo l’estremità della zampa e facendo pressione in maniera delicata sull’ultima falange, per poi passare a tagliare l’artiglio ponendo il tagliaunghie in senso contrario rispetto al normale utilizzo dell’uomo, per evitare che si schiacci. Nell’artiglio si evidenziano due parti, l’una, rosata, vicino all’attaccatura del dito, e l’altra, chiara, verso l’estremità. Si taglierà quest’ultima evitando con cura di non ledere quella rosata della radice, contenente i vasi sanguigni. Ogni zampa posteriore possiede quattro artigli, mentre le anteriori ne possiedono cinque ciascuna; il quinto artiglio è posto sullo sperone, che corrisponde al nostro pollice. Quest’ultimo artiglio, se non viene tagliato, può incarnire e lacerare la cute. Normalmente, i gatti limano i loro artigli sugli alberi o su delle barre verticali, per far sì che lo strato dell’unghia in superficie cada e si rinnovi, agevolando così lo strato sottostante all’artiglio a restare efficiente. Alcuni gatti riescono a tagliarseli da soli. L’altra arma naturale di cui dispongono è rappresentata dai denti, in particolare dai canini. I loro denti afferrano, smembrano, fino a ridurre a pezzettini le loro prede, ma sono meno adatti a masticare il cibo che spesso viene ingerito intero. Raramente si possono incontrare dei gatti capaci di nuotare. Il loro rifiuto all’acqua si manifesta persino nell’atto del bere. Si crede che siano originari del deserto e che siano moderati nel bere, del resto la loro urina è molto concentrata. Quando il gatto mangia voracemente una preda, pur assumendo acqua, non mostra alcun desiderio nel farlo, così come quando i gatti mangiano cibo in scatola non amano affatto bere, contrariamente a quelli allevati con alimenti secchi che la devono spontaneamente. In media ne ingeriscono piccole dosi, 10-20 volte al giorno, e che questa sia pulita e sufficiente. E’ verosimile che le crocchette favorirebbero l’insorgere di particolari malattie, l’importante è assicurare al gatto acqua in abbondanza per permettergli una corretta funzionalità renale. In media il 50% dei gatti domestici è sterilizzato. La sterilizzazione non causa particolari problemi, se non quelli di aumentarne l’appetito, e conseguentemente diminuirne i loro bisogni energetici. Per cui è opportuno che essi ricevano quantità di cibo in misura ridotta, o che abbiano perlomeno un basso livello calorico, tale da evitare l’insorgere dell’obesità. Si può comunque abituare il gatto ad assumere, almeno una o due settimane prima, una minor quantità di cibo, prima che si pratichi la sterilizzazione, per favorire ancor prima l’adattamento alla sua nuova condizione. La vita media del gatto sterilizzato si aggira intorno ai dieci anni, tuttavia, vi sono gatti che hanno raggiunto il record dei trenta anni d’età. Il maschio, intero, vive in media cinque anni, mentre la femmina sei. Questa maggiore mortalità si spiega con la diversa qualità della vita, poiché quelli interi vagabondano, per cui sono soggetti ad essere investiti o a contrarre malattie varie. Basti pensare che i gatti non castrati, appena sono a contatto con l’ambiente esterno, incontrano i loro simili per riprodursi o per lottare, per far sì che il loro territorio aumenti. Questi contatti così ravvicinati facilitano il contagio delle malattie e aumentano la mortalità. Tuttavia, l’anzianità felina è in crescente aumento, indice di un’alimentazione qualitativamente migliore, di un crescendo di vaccinazioni e di una più vigile attenzione sanitaria.Il numero della popolazione felina anziana è in aumento. In Francia si aggira intorno agli 8,2 milioni di gatti, oltre il 30% ha un’età maggiore agli otto anni e l’11% della restante ne ha più di undici. Invecchiare è naturale ed inevitabile, e nell’animale, come del resto per l’uomo, si traduce in staticità, perdita di agilità, sonnolenza, inappetenza, deficit immunitario, una maggiore esposizione a disturbi cardiaci, etc. I gatti di età compresa tra i sei e i dieci anni sono i più obesi, mentre quelli più anziani sono tendenzialmente magri. L’obesità favorisce l’insorgere di patologie, quali il diabete e malattie della cute. Tuttavia, se un gatto è malnutrito, oltre al calo del peso, è soggetto alla perdita di massa muscolare, e ad indebolimento del sistema immunitario a causa di un apporto proteico insufficiente. L’inappetenza in un soggetto anziano, favorisce l’aumento progressivo dei problemi legati alla cavità orale, come gengiviti, ulcere o tumori, e la conseguente diminuzione delle capacità digestive. Si rende necessario, dunque, superati i dieci anni di età, un attento controllo qualitativo e quantitativo degli alimenti e un apporto adeguato d’acqua, poiché con l’età il gatto tenderà a berne quantità inferiori e sarà più sottoposto a disidratazione. Le malattie che hanno una maggiore incidenza nel gatto anziano si manifestano con insufficienza renale progressiva. Il gatto anziano va tenuto sotto stretto controllo veterinario, in modo che si eviti l’insorgere di un’eventuale malattia, intervenendo con la prescrizione di cure adeguate cui sottoporlo. E’ auspicabile che i soggetti che hanno già superato il dodicesimo anno di età, siano sottoposti a controlli semestrali; è comunque opportuno che i gatti siano sottoposti almeno a due controlli veterinari annui.

Il carattere e l educazione del gatto


Nonostante le sue doti di autonomia e indipendenza, l’educazione gli va insegnata sin dai primi mesi di vita quando il gattino già mostra eccellenti segnali di apprendimento. E’ tuttavia possibile intervenire soltanto inculcandogli delle sequenze di atteggiamenti innati, potenziandole, e modificando a nostro piacimento i suoi comportamenti. Del resto alcuni artisti circensi con i gatti lavorano proprio in questo senso, ne identificano i comportamenti interessanti, li rinforzano e li fanno esibire per mostrare le loro capacità. Non bisogna dimenticare, comunque che a differenza di quanto si fa col cane, attirarlo con degli alimenti non sempre si rivela efficace, poiché dipende dalla volontà del gatto a fare o meno una cosa. Certamente sono più vincenti il legame affettivo verso il proprio padrone e il piacere del gioco. E’ dunque attraverso la motivazione, come sostengono alcuni studiosi di neurofisiologia, che il gatto dimostra le sue grandi doti di apprendimento.

L EDUCAZIONE

Studi recenti sul comportamento felino, hanno evidenziato che lo sviluppo psicomotorio nel gattino, come per l’uomo, avviene durante la gestazione. Alcuni ricercatori hanno affermato che la socievolezza nei confronti dell’uomo può essere una peculiarità caratteriale ereditata dal padre. Il momento più importante del processo dell’apprendimento comportamentale si attua nella fase che va dalla nascita al sesto mese di vita. Successivamente è possibile intervenire anche se influirà molto il temperamento del gatto e le qualità pedagogiche del padrone. Il comportamento del piccolo all’interno della cucciolata si può riassumere in tre punti:
il periodo dell’apprendimento;
il ruolo della madre, che influirà soprattutto nelle primissime fasi dello sviluppo;
la socializzazione, che inciderà moltissimo sul comportamento dell’animale adulto.Quella che viene definita socializzazione intraspecifica, altro non è che la realizzazione dei comportamenti sociali della razza felina, da attuarsi preferibilmente intorno alla seconda settimana di vita e da completarsi verso l’ottava, e dalla cui qualità dipenderà la natura e l’affezione che si instaurerà tra l’animale e il padrone. In questa fase è necessario fornire degli stimoli al gatto arricchendo il suo ambiente, per accelerare e migliorare il suo sviluppo. Si può plasmare il suo carattere lasciando che si abitui anche alle carezze degli estranei, rivelandosi in età adulta un gatto dal buon temperamento con tutti e non troppo legato al suo padrone, o al contrario farlo accarezzare da non più di due persone, e in questo caso si affezionerà ad un unico padrone. Inoltre è indispensabile che il gatto familiarizzi sin da piccolo con i suoi simili per evitare problemi futuri. L’educazione alla pulizia e alla alimentazione, sono connaturali, anche se l’insegnamento materno è essenziale. Già intorno alla quindicesima settimana di età, il gattino è capace di pulirsi, e nella terza settimana di utilizzare la cassetta porta lettiera, e nutrirsi degli stessi alimenti della madre, mutuando da essa le preferenze alimentari. Infine è necessario abituarlo ad assumere anche l’acqua, ed alimentarlo con cibi svariati per impedire che si abitui ad un unico alimento.

Il gatto e i bambini


Per via delle convinzioni preconcette, sul pericolo che correrebbero bambini ed anziani in presenza del gatto, li si è privati di conoscere e condividere la gioia che potrebbe donargli. Si è portati a credere che siano due le cause che possono giustificare il fascino che un neonato può destare in un gatto, in particolar modo quando di trova dentro la culla: la presenza del latte nei rigurgiti che in qualche maniera lo attirerebbe e, il fatto che il piccolo dorma molto e che sia sempre al calduccio. Nei primi mesi di vita del bambino, bisognerebbe evitare che il gatto entri nella stanza del bambino, e che non associ la carenza delle cure e attenzioni prestategli con l’arrivo del neonato. Ciononostante, è essenziale che il piccolo interagisca con l’animale intorno al quinto mese di vita, sempre che il gatto acconsenta. I problemi potrebbero iniziare quando il bambino inizia a fare i primi passi e diventa particolarmente aggressivo, specialmente nei confronti dell’animale, circostanza che si può evitare sorvegliando attentamente entrambi. E’ necessario inoltre insegnare al bambino il rispetto verso l’animale. Del resto il gatto è propenso a far entrare il bambino in contatto con l’ambiente circostante, attraverso la stimolazione cinestesica. Le grida dei piccoli possono però spaventare il gatto, il cui carattere indipendente lo porta a relazionarsi più o meno precocemente, compromettendone le qualità delle loro interazioni future. Questo spiega il motivo per cui il bambino in seguito, preferisce di giocare non col proprio gatto, ma con altri gatti. Il bambino a qualsiasi età, apprende in fretta a plasmare i propri atteggiamenti quando si trova in presenza dell’animale, ne rispetta i desideri, impara ad essere paziente, ed ai più piccoli insegna a dominare i propri gesti e a misurare i propri vocalizzi, trovando in lui un ottimo compagno che lo inserisce tra gli adulti, attraverso l’esperienza ludica.

Rapporto tra uomo e gatto


Il gatto, presenza dolce e accattivante nelle case, ha sostituito il cane nel cuore degli uomini. E’ ospite ideale e gradito, dolce e rassicurante, per l’uomo di questo millennio, afflitto dalla fretta e dallo stress. Contrariamente ai cliché convenzionali, che lo vedono esclusivamente animale da compagnia di alcuni individui che amano la solitudine, i gatti vivono in vere e proprie famiglie numerose. Oltre il 50% dei proprietari di case monofamiliari lo posseggono, mentre la percentuale dimezza tra quanti vivono in appartamento. La convivenza fra gatto e uomo resta ancora uno scambio di reciproci servizi, ma il suo ruolo di cacciatore di topi passa in secondo piano, sostituito dall’amore che l’uomo nutre per il felino e per gli animali in generale. Si pensi che più dell’80% dei gatti vive tra gli agricoltori nelle aree rurali, ma è accolto anche da altre categorie di lavoratori, nelle aree urbane. Nonostante i gatti frequentino ancora pochissimo gli ambulatori veterinari, l’attenzione per la sua salute in Europa e negli Stati Uniti, è in netta crescita., ed è aumentato di conseguenza il numero dei veterinari che vogliono acquisire una competenza specifica riguardo lo studio e la cura dei Felini, creando delle apposite cliniche. L’interesse per il gatto è inoltre testimoniato dalle riviste scientifiche a lui dedicate. Il legame affettivo che lo lega all’uomo, che si credeva impossibile in passato, si evidenzia nell’attribuirgli una posizione simile a quella del cane, da sempre fedele compagno dell’uomo, e visto al primo posto come esemplare da addomesticare compiutamente. La domesticazione del gatto del resto, non si sa quando potrà ritenersi compiuta, poiché implica il monitoraggio della riproduzione dei randagi estremamente difficoltosa ad attuarsi

L igiene del gatto


Per mantenere il più a lungo possibile pulita la cassetta porta-lettiera, è consigliabile utilizzare un tipo di lettiera aggregante, a base di bentonite, per facilitare la rimozione giornaliera di orina e feci e per evitare che insorgano odori sgradevoli, ovviando così alla necessità di doverla sostituire quotidianamente, come nel caso delle lettiere tradizionali.Indipendentemente se il gatto è a pelo corto o lungo, l’abitudine alla spazzolatura, almeno settimanale nei primi e rigorosamente abituale nei secondi, è consigliabile per evitare il deposito di parassiti, seri problemi dermatologici o matasse di pelo specialmente in quest’ultimi. I gatti a pelo lungo, inoltre vanno abituati da piccoli alla spazzolatura, e comunque per i soggetti restii è bene effettuare diverse sedute più brevi. I gatti di razza che dovranno esibirsi nelle mostre andranno abituati ad essere lavati e spazzolati da giovanissimi. Bisogna fare attenzione ai gatti a cui è concesso di uscire, in particolare nella stagione primaverile quando fanno la muta, e nella stagione delle piogge particolarmente umida in cui prolificano i parassiti che possono infestare l’animale. Anche i baffi subiscono la muta.La pulizia degli occhi va fatta qualora si verifichi una eccessiva lacrimazione con prodotti specifici consigliati dal veterinario. Potrebbe trattarsi di una malformazione della ghiandola lacrimale o delle palpebre oppure di una malattia infettiva. Nei Persiani, gli occhi devono essere puliti regolarmente con prodotti idonei.La cura delle orecchie riveste un ruolo comunque importante e va effettuata unicamente quando si accerti la presenza di accumuli giallastri o brunastri nel padiglione auricolare. L’utilizzo del Cotton Fioc è vivamente sconsigliato ed opportuno rivolgersi ad un veterinario.All’età di quattro mesi spuntano i primi denti definitivi, in particolare i canini che morfologicamente sono differenti dai denti da latte. Anche i denti del gatto possono subire l’attacco del tartaro ed è bene dunque che siano controllati regolarmente. Una alimentazione a base di crocchette previene o limita la comparsa di tartaro, inoltre è consigliabile evitare acqua eccessivamente calcarea. Una visita annua dal veterinario verificherà lo stato di salute dei denti, e qualora si renda necessario si praticherà una detartrasi.Gli artigli L’attitudine a graffiare gli oggetti è normale del gatto, ma se si verifica sugli oggetti della casa, questo comportamento può compromettere la convivenza. E’ necessario che gli venga negato sin da piccolo di graffiare gli oggetti all’interno della casa, ma bisognerà fornirgli degli oggetti che possano essere utilizzati come graffiatoi. L’intervento chirurgico denominato “zampa di velluto”, molto praticato in Québec, consta nell’eliminazione totale dell’artiglio e della sua radice nelle zampe posteriori del gatto. Alcuni studi hanno illustrato che questa amputazione non ne compromette la capacità a cacciare e ad arrampicarsi, e i gatti non sembrano avere particolari disturbi motori. Tuttavia, bisogna considerare che il graffio è un mezzo intimidatorio, ma si è constatato che questa menomazione non rende l’animale inoffensivo, tutt’altro. Gli artigli vanno tagliati all’incirca ogni tre settimane o al massimo ogni mese nei soggetti piuttosto sedentari, e bisogna prestare attenzione a non intaccare la parte viva dell’unghia per evitare che fuoriesca il sangue.